In vista di Pisa-Salernitana di questa sera, ascoltiamo il pensiero del collega della testata giornalistica PisaToday.it  Andrea Martino. Ciao Andrea. Allora, che Pisa vedremo all'opera questa sera? Ciao. Beh, la Salernitana troverà un Pisa doppiamente arrabbiato. Perdere il derby col Livorno non è mai piacevole, perderlo dopo aver menato le danze per tutto l'incontro per un'autorete e con l'unico tiro in porta degli avversari giunto al 94', brucia ancor di più. Comunque dal punto di vista della prestazione, della manovra e dell'intensità la squadra di D'Angelo ha giocato una delle sue migliori partite. Livorno si conferma campo stregato per il Pisa, dato che dal 1978, anno dell'ultimo successo nerazzurro al Picchi, si sono collezionati appena tre pareggi. Può e in che modo influire, quindi, il derby perso con il Livorno? Un derby perso nel modo del quale abbiamo discusso prima influisce, e influisce senza "può". Le scorie ci sono e possono essere difficili da smaltire. Ci si affida alla prestazione di livello mostrata al Picchi, alla camaleonticita' della compagine di D'Angelo, abile a giocare sia col 3-5-2 che col 4-3-1-2. Quest'ultimo è stato lo spartito tattico adottato a Livorno. e poi ci si affida ai singoli. Non penso ci sarà De Vitis, frenato da un fastidio muscolare alla coscia destra. Però avremo Lisi, vero e proprio padrone incontrastato della fascia sinistra. E poi a Moscardelli, che si è rivisto a Livorno per una mezzoretta. La carta d'identità dice che ha quasi 40 anni, ma la sua carriera parla per sé. Senz'ombra di dubbio è lui il leader carismatico di questo Pisa. Come spieghi questo periodo di flessione del Pisa dopo un ottimo inizio? Guarda, io penso che ci voglia equilibrio nel giudicare i momenti di una squadra. E che nello sport, nel calcio in particolare, la componente legata al caso conti moltissimo. Ti faccio due esempi, legati al recente derby col Livorno. Quattro minuti dopo lo sfortunato autogol di Benedetti, Lisi crossa, un difensore labronico sbuccia di testa il pallone, la sfera invece di sbattere sul portiere livornese Zima e finire dentro torna in campo. E così anche nel secondo tempo, quando la ciabattata di un livornese su tiro di Moscardelli è finita in angolo e non in porta. Il Pisa inizialmente, con i 7 punti nelle prime 3 partite, ha sfruttato l'onda lunga dell'entusiasmo della promozione, per poi tornare nella sua realtà, cioè quella di squadra destinata a lottare per salvarsi fino all'ultima di campionato col Frosinone. Ed è giusto che sia così in un processo di crescita, perché non accade sempre la doppia promozione dalla C alla A. Sta di fatto che in B davvero tutti possono sempre vincere con tutti. Basti pensare che la squadra del momento, il Crotone, nelle ultime cinque partite ne ha vinte quattro e l'unica che ha pareggiato è proprio quella col Pisa. Che Salernitana è attesa a Pisa e come viene giudicata nel complesso la compagine granata? Ci si attende una Salernitana notevolmente rinforzata rispetto alla stagione scorsa dove, soprattutto a causa di un girone di ritorno disastroso, si è salvata solo ai playout col Venezia. L'undici titolare granata è da rosa in grado di rimanere nelle posizioni playoff a lungo e di essere protagonista del campionato fino alla fine. Ha però dimostrato di avere un difetto, quello di non saper cambiare marcia quando occorre. Sono diversi i punti persi nel finale delle partite, soprattutto in casa. Un difetto da correggere se si vuole ambire a qualcosa di molto positivo. Il ritorno di Ventura e Cerci a Pisa. Che accoglienza sarà loro riservata? È la prima volta che Cerci e Ventura torneranno all'Arena Garibaldi da avversari dopo la loro parentesi pisana. E, conoscendo il pubblico di casa, verrà loro tributato un grande applauso. Ventura nel 2007/2008 fece vedere il miglior Pisa della storia in campo (sebbene ammetta di non aver vissuto l'era Anconetani). E anche la stagione successiva, fu esonerato dall'allora Presidente Pomponi a due mesi e mezzo dalla fine del campionato, con il Pisa che navigava nel centro classifica a +9 sui playout e a -6 dai playoff. Poi, ci fu il disastro con la retrocessione sul campo e il successivo fallimento poi. Secondo me, quell'esonero e quell'epilogo rappresentano per Ventura una ferita ancora aperta. Come giudichi le prime partite di D'Angelo da allenatore di Serie B? D'Angelo sta dimostrando di essere un allenatore di categoria per la B e che non ha nulla da invidiare a chi allena in categoria già da 5-6 anni. A Pisa ha costruito il suo capolavoro, prendendo una squadra incapace di gestire le partite e tatticamente acerba per trasformarla in un gruppo che gioca a memoria, prima in C e poi in B, nonostante i calciatori non abbiano tanta esperienza in cadetteria. È un tecnico che non si comporta da padre padrone, il suo ruolo inizia e termina con l'inizio e la fine degli allenamenti. Però se un giocatore sbaglia tra un allenamento e un altro, deve rendere conto a lui e al suo staff. A tal proposito, la solidità dimostrata dal mister e dal suo staff sarà il pilastro sul quale il Pisa dovrà fondare la sua salvezza. In chiusura, quali giocatori reputi che saranno decisivi da una parte e dall'altra? Come uomini potenzialmente decisivi, da parte del Pisa ti dico Moscardelli per i motivi precedentemente citati. Per la Salernitana, dico Akpa Akpro, che è uno delle anime della mediana e dell'intera squadra, e Jallow per le sue qualità tecniche e fisiche. Però la forza della Salernitana non risiede tanto nei singolo quanto nei nomi della sua rosa. Nomi di una squadra destinata a lottare per le parti alte della classifica.