Non giriamoci attorno. La Salernitana vista in questi 180' di gioco ha lasciato tutto fuorché l'impressione di voler raggiungere l'ambita meta. Il lockdown forzato e la distanza dal rettangolo verde hanno pesato sul cammino della Bersagliera che, dal canto suo, aveva intrapreso la giusta direzione. E a evidenziarlo era stata la strepitosa prestazione offerta sul campo della capolista Benevento lo scorso 2 febbraio. Compattezza, personalità e grande spirito di gruppo. Ingredienti venuti a mancare di lì in avanti, con la brigata granata che ha alternato prove importanti tra le mura amiche a performances insufficienti in esterna. Dunque, non solo la pausa improvvisa e una preparazione ripresa da zero. Il problema del Cavalluccio resta il girone di ritorno del campionato, un'involuzione che consente alle squadre avversarie di acquistare terreno sul piano della graduatoria.

Con il Pisa e in quel di Chiavari, lo spogliatoio di Ventura ha sfoggiato una condizione tutt'altro che ottimale. Uno stato di forma che non coinvolge soltanto la fisicità e la resistenza: sia i toscani che i liguri sembravano avere una marcia in più rispetto a Kiyine e compagni. L'intensità, infatti, è venuta meno soprattutto sul piano mentale. Spento, abulico e non propositivo, lo schieramento dell'ex tecnico del Torino è stato sopraffatto sul lato caratteriale e del temperamento. A proposito del marocchino con cittadinanza belga: il numero 13 rappresenta fedelmente il momento della Salernitana. Svogliato, poco incline a sfoderare le indiscutibili qualità e con la mente chissà dove, il jolly granata non è mai riuscito a superare il diretto avversario in dribbling né a generare una manovra offensiva importante.

La classifica dopo trenta turni - e con otto gare ancora da disputare - è raccolta e racchiusa in una manciata di punti. Senza voler riportare alla luce il deludente percorso della scorsa stagione, la Bersagliera rischia di rimanere invischiata al centro della classifica. Dunque, almeno momentaneamente, sarebbe opportuno mettere da parte l'obiettivo playoff e pensare esclusivamente alla permanenza in cadetteria. Una salvezza che passerà dalle prossime partite. Con un buon bottino nelle due casalinghe in programma (Cremonese e Juve Stabia, ndr), la Salernitana potrebbe proiettarsi - in maniera del tutto tranquilla e spensierata - agli ipotetici spareggi di fine campionato. Urge, tuttavia, un cambio di rotta. Perché così si potrebbe rovinare quanto buono fatto nel girone d'andata.