Salernitana, 106 anni di passione viscerale: il popolo granata tra orgoglio, fede e speranza di una salvezza insperata
Il 19 giugno si celebra la storia di un amore che non conosce categorie: Salerno tifa con il cuore e sogna il miracolo contro la Sampdoria

Non servono trofei in bacheca per scrivere la storia. Non servono medaglie, titoli o prime pagine. A Salerno, la storia si scrive da 106 anni con il cuore, la voce, la pelle d’oca e la dignità. Oggi, 19 giugno, la Salernitana compie 106 anni: un traguardo importante, attraversato da gioie rare e dolori profondi, ma sempre sorretto da un filo inossidabile che tiene uniti città, squadra e tifoseria. Quel filo si chiama appartenenza.
Perché essere tifosi della Salernitana non è mai stato un privilegio da raccontare per vantarsi. È, piuttosto, una scelta d’amore. Amore per una maglia che non ha mai promesso trionfi, ma che ha sempre garantito emozioni vere. Un amore che si traduce in cori instancabili, in viaggi infiniti, in bandiere che sventolano anche dopo una sconfitta. Perché per i granata conta esserci, anche e soprattutto quando fa male.
Non è un caso che, anche in una delle stagioni più amare della storia recente, il popolo salernitano non abbia mai voltato le spalle. Ha subito umiliazioni, derisioni, offese – persino da tifoserie che sul campo hanno fatto peggio – ma non ha mai rinnegato il proprio amore. Non lo ha fatto e non lo farà, nemmeno ora che la squadra è costretta a rincorrere un’impresa disperata per restare in Serie B.
Ma c’è una differenza che va ribadita con forza: Salerno non è mai stata più debole degli altri. La Salernitana non è meno forte di nessuno. Quello che serve, ora più che mai, è riscoprire il coraggio, tirare fuori l’orgoglio, stringere i denti e giocare con la ferocia di chi sa di rappresentare un popolo intero.
In queste ore, sui social, qualcuno ha provato a infangare la dignità granata con una locandina provocatoria: “Per quanto visto sia sul campo che fuori, valete la Serie C.” Una provocazione che ha trovato una risposta chiara: Noi non valiamo la Serie C. Noi valiamo molto di più. Perché un popolo come quello salernitano non si misura con i gol, ma con la passione. E la Salernitana, oggi come ieri, è fede, non classifica.
Domenica 22 giugno, la squadra granata affronterà la Sampdoria nella gara di ritorno dei playout. Serviranno due gol, e servirà soprattutto non subirne. È un’impresa. Ma il destino della Salernitana è sempre passato attraverso imprese. E mai come stavolta, il cuore dovrà battere più forte della paura.
La speranza dei tifosi è che questo 106esimo compleanno non resti sospeso tra nostalgia e amarezza, ma che diventi il simbolo di una rinascita. Un compleanno felice, non un epitaffio. Perché chi ama la Salernitana merita rispetto. E se c’è una giustizia nel calcio, sarà il campo a dimostrare che questa squadra, sostenuta da un popolo intero, merita di restare in alto.
La Salernitana non è una squadra qualunque. È un’identità, un legame, una lotta quotidiana. Ed è proprio in quella lotta che si misura la grandezza degli uomini. Gli uomini veri, quelli che domenica dovranno dimostrare con i fatti – e non più con le parole – di essere all’altezza di portare sulle spalle il destino di un’intera città.
Forza Salernitana. Questa è la tua storia. E il finale, stavolta, possiamo ancora scriverlo insieme.