Ecco le parole in conferenza stampa del tecnico della Salernitana Fabio Liverani alla vigilia della sfida di domani pomeriggio all'Arechi (ore 18:00) contro il Lecce del nuovo allenatore Gotti

"Non è stata una buona settimana per noi. Sicuramente la visita del Direttore Sabatini ci ha fatto bene, ma questo non basta a vincere le partite. Pensavo di poter fare di più, oggi è difficile dare una sola motivazione. Non siamo riusciti ad invertire il trend, le difficoltà sono tante. Non abbiamo trovato nessuna soluzione, soprattutto a livello mentale. I numeri sono evidenti, non si può più di tanto discutere su questi".

"La squadra sa che deve fare una partita importante. Dobbiamo dare delle risposte, a livello di calcio e di dignità. Dobbiamo provare a vincere, sulle scelte sto facendo le mie riflessioni. Gyomber ha recuperato, Fazio ha avuto un problema alla caviglia e non so se sia disponibile. Credo che sia giusto per chiunque di noi continuare a dare il massimo. In questa squadra, apparte Martegani e Vignato, tutti hanno avuto una possibilità. A loro forse devo qualcosa in più degli altri. E' evidente che da qui alla fine bisognerà fare delle valutazioni di tutti i calciatori, soprattutto dei tesserati della Salernitana. Il Lecce sta facendo il suo campionato, sta lottando fino all'ultimo per il suo obiettivo. Saranno feriti dal cambio di allenatore, hanno giocatori di grande talento come Almqvist, Sansone e Krstovic, per fortuna Banda è squalificato".

"Non c'è rassegnazione, ma obiettività, perciò devo essere sincero. Questo non vuol dire che non vogliamo un cambiamento, ma dobbiamo rispondere con i fatti. Il Presidente può esprimere ciò che ritiene più opportuno, la Serie B non è un pensiero che al momento mi tocca. La delusione ci sta, ho accettato sperando di poter incidere. Le difficoltà qua sono tante, non riusciamo a trovare la strada giusta per superarle. Non sono deluso da qualcuno in particolare, è una delusione personale. Vorrei tanto anch'io domani vincere la partita per avere una scossa, è normale che l'allenatore deve essere l'ultimo a mollare. In varie situazioni è mancato proprio il concetto di "noi". La difesa schierata contro il Cagliari? Dico solo questo, noi abbiamo fatto una settimana con la linea difensiva a 30 metri dalla porta, non di certo a 60 metri dalla porta".