Un match particolare che evoca ricordi indelebili. Deliziosi e soavi per il pubblico salernitano, perfidi e tristi per i tifosi della Juve Stabia. È pur sempre un derby che rimanda la mente ai precedenti storici. Tra vittorie dei granata - incancellabili dalla memoria dei supporters - e successi delle Vespe. Senza dimenticare i pareggi e le inconfondibili emozioni che il testa a testa riserva. Un passato importante per entrambe le piazze, legate da quella storica finale playoff disputata nella calda giornata del 22 giugno 1994. Al San Paolo di Fuorigrotta, in uno spareggio da dentro o fuori. A caccia di una promozione leggendaria tra due squadre rivali. All'ambizione dei club si aggiunge la passione proveniente dagli spalti. Uno stadio - casa del Napoli e del popolo partenopeo - che vive un radicale cambiamento d'identità. Soltanto per un giorno. Nell'impianto sventola alto il vessillo del Cavalluccio, un'intera città segue le gesta della Bersagliera. I gialloblù rispondono in massa, ma il calore granata è più forte e palpabile. E, tra tutti, ad affermarsi è un uomo. Anzi due. Il primo, un allenatore semi-sconosciuto proveniente dalla Primavera del Foggia: Delio Rossi. Il secondo, il duttile centrocampista Francesco Tudisco. Le idee rivoluzionarie e di gioco del mister si rivelano fondamentali nell'incredibile cavalcata stagionale. E consentono al gruppo di poter esprimere tutto il potenziale. Qualità che si manifestano in quell'atto conclusivo. È proprio Tudisco, con due conclusioni spettacolari, a regalare una grossa fetta di promozione in B alla Salernitana. Trionfo che si chiude con la ciliegina sulla torta di Roberto Breda. Un tris che fa scoppiare il San Paolo. Inizia l'avventura in cadetteria che sfocerà, quattro anni più tardi, nel ritorno in massima serie.