È stato uno degli argomenti di discussione delle ultime ore. E la tematica è di quelle scottanti e che riguarda - in maniera specifica - la Salernitana. In ballo, difatti, c'è il futuro e il destino della formazione granata che si sta affacciando alle zone privilegiate della classifica del campionato cadetto. A mettere un freno alle ambizioni - senza però arrestare la volontà del patron Claudio Lotito di conquistare la Serie A - è quella direttiva vigente e dettata dalle Norme Organizzative Interne Federali. Meglio conosciuta come 16 bis delle NOIF. Regole che interessano particolarmente le società e toccano la materia della multiproprietà. Un oggetto di dibattito nell'ambiente. L'attesa degli addetti ai lavori, dei giornalisti e soprattutto dei tifosi è stata vanificata dalla riunione del Consiglio Federale e dalle dichiarazioni del presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Ai nostri microfoni, il numero uno della Federcalcio ha rimandato il confronto circa il tema in questione e ha aperto alla riflessione politica. Nessun cambiamento, dunque, nell'immediato. La regola resta immutata - almeno al momento - e ogni lavoro è rinviato ai prossimi incontri. E il primo comma dice: "Non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale". Dunque, alcun soggetto potrebbe possedere due società calcistiche a prescindere dalla categoria in cui esse militano. Alla Bersagliera, d'altra parte, è stata concessa una deroga - ancora in vigore - nel 2012. Una prassi ormai adottata e che permette ai suddetti di poter rilevare le quote di maggioranza di un altro club a patto che si riparta dai dilettanti. È successo con la Salernitana, seguita poi dal Bari con Aurelio De Laurentiis e col caso Mantova con Maurizio Setti. Il 16 bis, inoltre, impedisce ad un proprietario - e ai suoi parenti fino al quarto grado - di controllare più società nello stesso campionato: "Ai fini di cui al comma 1, un soggetto ha una posizione di controllo di una società o associazione sportiva quando allo stesso, ai suoi parenti o affini entro il quarto grado sono riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali ovvero un'influenza dominante in ragione di partecipazioni particolarmente qualificate o di particolari vincoli contrattuali". L'inosservanza del divieto, come riportato dal comma 3, costituisce l'illecito sportivo e comporta le sanzioni previste dal Codice di Giustizia Sportiva. Riassumendo: Salernitana e Lazio non possono competere nello stesso torneo, per ora. Una rivisitazione della normativa potrebbe aprire scenari inediti. Ciò non priva Lotito e Mezzaroma del desiderio di ottenere quella categoria che manca da oltre vent'anni all'Arechi.