"Noi diciamo no alle squadre B. Qualunque dovesse essere la data noi contro l’Atalanta Under 23 non ci saremo. Il vero problema del calcio italiano non è la pirateria, ma chi lo gestisce. La Lega ha speso energie e risorse per campagne contro la pirateria, ma intanto continua a ignorare i veri mali del nostro calcio: introduzione delle squadre B nei campionati professionistici, scelte scellerate che penalizzano tifosi e club storici. A noi appare più che lampante e, sotto gli occhi di tutti, che, ancora una volta, chi gestisce il carrozzone calcio italiano (personaggi squallidi, faccendieri e senza scrupolo alcuno), vuole distruggere le categorie minori soffocare società storiche, quelle società che rappresentano le comunità e il cuore di un calcio che non deve rappresentare il potere economico ma l’anima nobile del gioco del pallone. Noi non vogliamo sottostare a questo modo di agire e non vogliamo certo stare a guardarli mentre distruggono la nostra passione. Antesignani nella lotta alla multiproprietà e da sempre schierati a difesa dei principi di uno sport basato sulla sostenibilità economica e che rappresenti il popolo. Perché il calcio appartiene alla gente e non a una élite milionaria e strafottente. Gente che, a ben pensarci, è il motore di tutto. Non “clienti paganti” ma fulcro e parte integrante della storia e del destino di una squadra che rappresenta una comunità. Le squadre B non rappresentano la soluzione dei problemi del calcio italiano né, tantomeno, servono a valorizzare i giovani ma servono solo come parcheggio di giocatori in esubero alle “prime squadre” e per generare plusvalenze fittizie che vanno ad alimentare quel calcio marcio che noi vogliamo combattere. State cancellando grandi piazze ultras e storiche realtà per far posto all’under 23. Noi non ci stiamo. Noi diciamo no alle squadre B. Noi diciamo no a Gravina”