Lo avevamo raccontato subito dopo la partita di Cittadella. Il suo debutto era passato inosservato. O meglio, in secondo piano. La disfatta aveva posto l'attenzione su questioni più importanti. E di Patryk Dziczek se n'è parlato molto poco. Quei 38' del Tombolato, però, non sono stati ignorati da Gian Piero Ventura. Il trainer ligure aveva predicato calma e pazienza quando è stato incalzato, più e più volte, in conferenza stampa. E le prestazioni attuali del centrocampista polacco ne sono la prova. Qualità combinata con tanta personalità. Senza dimenticare quella dose di leziosità che dovrà essere limata dall'allenatore granata. Ma il classe 1998 sta mettendo in campo il suo ampio repertorio. Nonostante la giovane età e la prima esperienza lontano dal proprio Paese. Dziczek si è preso le chiavi del centrocampo. Si è impossessato della regia, dove preferisce destreggiarsi. Precisione nei passaggi, piede raffinato e capacità di dettare il ritmo. Peculiarità che Patryk riesce a garantire. E anche la squadra ne sta beneficiando. La manovra, infatti, è molto più avvolgente e consente alla Bersagliera di proiettarsi in zona offensiva con maggiore continuità. Scalzato, almeno al momento, il capitano in mediana. Ventura, tanto è vero, nelle ultime tre partite ha puntato sul polacco. Rimasto sul rettangolo verde per 270' complessivi. E il ventunenne ha disegnato due assist: uno per la testa di Gondo contro il Crotone, l'altro per Kiyine nel 4-0 sul Pordenone. Il Cavalluccio non può prescindere dall'abilità in fase di ripiegamento di Di Tacchio. Tuttavia, togliere Dziczek sarà complicato. I due possono coesistere, col secondo che dovrà agire da mezzala. L'esperimento è appena iniziato. Patryk sta guadagnando progressivamente un ruolo cardine nell'undici titolare. Per la gioia dei tifosi e degli addetti ai lavori che hanno chiesto a gran voce il suo utilizzo.