"Ma com'è? Io dico raviolo e voi capite tortellino". Così Peppone (interpretato da un magistrale Gino Cervi), nelle inedite vesti di senatore e non di sindaco della sua Brescello, si rivolgeva ai compagni della sua sezione nel film "Don Camillo...Monsignore ma non troppo", quarto dei cinque film della saga basata sui romanzi di Giovannino Guareschi, resi immortali dalle interpretazioni di "Peppone" Gino Cervi e "Don Camillo" Fernandel.

Io dico raviolo e voi capite tortellino, frase simbolo di una situazione che in casa Salernitana sta purtroppo diventando una regola: l'interferenza distruttiva dal punto di vista della comunicazione.

Emblema di ciò è stata l'ultima stagione della Salernitana. L'ex allenatore Gian Piero Ventura per tutto il campionato ha dichiarato che nessuno gli aveva mai chiesto la promozione in Serie A ma solo di valorizzare i giovani a sua disposizione. Invece, la società di Lotito e Mezzaroma aveva nettamente fatto trasparire le proprie intenzioni "bellicose", partendo dall'arcinoto comunicato dell'aprile 2019 fino ad arrivare a sbandierati premi promozione.

Parole tante, fatti pochi. Soprattutto a gennaio, quando in sede di mercato il ds Angelo Fabiani non è riuscito a rafforzare la rosa con i due elementi che sarebbero serviti se davvero si voleva essere competitivi per le posizioni che contavano della classifica: un difensore centrale qualitativamente più affidabile di Migliorini e Billong e un attaccante da affiancare a Djuric.

Ora, il ritorno in panchina di Fabrizio Castori, undici anni dopo la prima esperienza salernitana non certo esaltante. Al nuovo tecnico, oltre che augurargli buon lavoro, gli chiediamo inizialmente solo una cosa. Vale a dire, quella di parlare una sola voce con la i vertici societari della Salernitana.

Sì, se si vuole cominciare ad alimentare la fiammella della passione granata oramai sopita dopo cinque anni di fallimenti tecnici, il primo passo da fare è la chiarezza comunicativa. Società e allenatore siano franchi fin da subito con la tifoseria sui reali obiettivi da raggiungere. Una chiarezza che va assolutamente pretesa.