Quattro mesi più tardi dalla sfida spietata nel playout. Un ritorno allo stadio Penzo di Venezia per la Salernitana. In quella che è comunemente vista come una dimora per il pubblico granata. La stima, il rispetto e l'amicizia con la frangia lagunare è forte. Oltre i risultati in campo, superando le avversità e le decisioni esterne. La Bersagliera e il Leone Alato. Un rapporto idilliaco e di profonda ammirazione. E la partita nel programma il prossimo weekend sarà l'opportunità per ritrovarsi e rinnovare l'incredibile considerazione tra le due tifoserie. Eppure, non passerà inosservato il risultato che maturerà sul rettangolo verde. I padroni di casa sono alla ricerca dei tre punti per insidiare i gradini alti della classifica. La formazione guidata da Ventura non ha preso di mollare la presa e punta a rimanere ai vertici con le big. I precedenti del Cavalluccio in terra veneta, però, sono tutt'altro che elettrizzanti: nelle sedici gare disputate in transferta, la Salernitana ha raccolto solo quattro successi. Uno di questi è il recente incontro, terminato ai rigori, che ha sancito la permanenza in cadetteria per l'ex squadra di Menichini. Si aggiungono, inoltre, nove sconfitte e tre pareggi. Un dato impietoso che sottolinea le difficoltà dei granata nell'imporsi al Penzo. Il primo testa a testa risale addirittura al maggio del '39: match conclusosi sul punteggio di 3-0 per il Venezia e che dà il via a un filotto di vittorie. Un trend arrestatosi nella stagione 1995/96. In quell'anno, i granata s'impongono con un tris firmato da Pirri, Spinelli e dall'autogol di Sadotti. Resta indelebile anche il trionfo del dicembre '97 con Di Vaio che si trasforma in eroe di giornata con una doppietta. L'ultima gioia in Laguna, prima dello spareggio di giugno, arriva nel 2003 con la marcatura di Longo. Il precedente più fresco in campionato è della scorsa annata: un tap-in del difensore Domizzi regala il bottino pieno ai veneti.