La Salernitana ha deciso di non rimanere in silenzio. Dopo settimane di tensione, accuse incrociate e polemiche sull’esito dei playout, il club granata ha scelto di imboccare la via giudiziaria, affidandosi al TAR per far luce su quanto accaduto. Secondo quanto riportato dal giornalista Francesco Di Pasquale, la società ha formalizzato un ricorso che apre ufficialmente un nuovo e delicato capitolo giudiziario.

L’obiettivo dichiarato della Salernitana è il riconoscimento dei danni subiti, sia sul piano sportivo che economico, a causa di quella che considera una gestione irregolare dello spareggio salvezza. Il club, infatti, fin dall’inizio ha sostenuto con fermezza che i playout andavano disputati contro il Frosinone, e non contro la Sampdoria, retrocessa aritmeticamente sul campo. Un’anomalia, secondo la dirigenza granata, che ha compromesso la regolarità della competizione.

A guidare la battaglia legale è il presidente Danilo Iervolino, che attraverso il proprio pool di avvocati ha deciso di rivolgersi al Tribunale Amministrativo Regionale. Il ricorso contesta la legittimità della procedura adottata e l’interpretazione delle norme da parte degli organi federali, che — secondo il club — hanno penalizzato gravemente la Salernitana a vantaggio di altri.

Il cuore della questione non è tanto un’eventuale riammissione in Serie B, ipotesi ritenuta oggettivamente molto difficile da realizzare. Tuttavia, dal punto di vista giuridico, una clamorosa decisione del TAR in tal senso non può essere del tutto esclusa, soprattutto se venisse dimostrata una violazione grave dei principi di correttezza e parità competitiva. Anche solo l’apertura a questo scenario potrebbe rappresentare un precedente pesante per tutto il calcio italiano.

Nel frattempo, la società punta con decisione a ottenere un risarcimento per il danno subito, non solo a livello patrimoniale, ma anche d’immagine, ritenendo di essere stata vittima di un sistema che tutela i forti e affossa i deboli. La vicenda, infatti, va ben oltre l’ambito sportivo e si inserisce nel contesto di una crisi di credibilità che da anni affligge il calcio italiano.

Emblematico è il confronto con quanto accaduto in Francia, dove pochi giorni fa un club storico come il Lione è stato retrocesso d’ufficio nella seconda divisione per motivi finanziari, senza alcuna deroga, senza ricorsi, senza penalizzazioni a metà stagione. Una decisione netta e trasparente, frutto di regole chiare e uguali per tutti. In Italia, invece, si assiste al paradosso opposto: società indebitate vengono sistematicamente salvate, mentre chi rispetta le regole paga il prezzo più alto.

La Salernitana ha dunque scelto di reagire, con determinazione e senso di giustizia. Il ricorso al TAR non è solo un atto legale, ma un gesto simbolico di difesa dell’integrità sportiva. Perché in questo caso, la squadra granata non è solo una società retrocessa: è la parte lesa di un sistema che troppo spesso premia l’irregolarità e condanna la coerenza.

Ora toccherà ai giudici stabilire se questa battaglia avrà anche un impatto concreto sul piano sportivo. Intanto, la Salernitana ha acceso i riflettori su una vicenda che rischia di lasciare un segno profondo nel futuro del calcio italiano.