Il periodo è di quelli neri. Dove la luce in fondo al tunnel appare lontana. E ci si aggrappa a una speranza o a qualcosa di solido per risalire la china. Nonostante le immagini del Tombolato siano stati poco confortanti. Dal volto scuro di Ventura - segno anche della sofferenza fisica, come riferito dal club al termine della gara - al clamoroso errore da pochi passi di Giannetti negli istanti conclusivi. All'incredibile imbarcata subita dal reparto arretrato e da Micai, incolpevole e tra i più lucidi della rosa granata. Alla prestazione dell'estremo difensore si aggiunge la reazione dell'undici in campo dopo il poker rifilato dal Cittadella. E l'atteso esordio di Patryk Dziczek, nascosto dalla sconfitta, dalla caduta rovinosa in classifica e dall'impazienza palpabile del tifo salernitano. Finalmente, il polacco. Nel debutto che la piazza ha chiesto da tempo. Ma spesso rimandato. Dalle scelte tecniche del mister che, nel momento florido della Bersagliera, ha cercato giustamente di apportare rarissime modifiche allo scacchiere. E dal paradossale infortunio al ginocchio che ha accusato nel riscaldamento prima di scendere sul rettangolo verde contro l'Entella. E nel tonfo in terra veneta, il ventunenne ha sfoggiato la sua casacca numero 27 nuova di zecca. Al 52' ha preso il posto del capitano Di Tacchio e si è incaricato della fragile doppia fase di gioco. Ha dato equilibrio, interessanti disimpegni e aiuto alla retroguardia nelle innumerevoli azioni offensive della formazione di casa. Le aspettative erano alte nel giorno del suo approdo in Italia. Tuttavia, la prima apparizione è arrivata tre mesi più tardi. La risposta positiva non si è fatta attendere, malgrado il crollo dei compagni. E se il buongiorno si vede dal mattino...