Il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, e Walter Sabatini non si sono lasciati in maniera idilliaca. A dimostrarlo sono le ultime dichiarazioni rilasciate da entrambi, che rappresentano una sorta di botta e risposta. Dopo l'intervista del patron granata alla Gazzetta dello Sport, l'ex direttore sportivo della formazione di Davide Nicola ha risposto ai microfoni di Radio 1: "Iervolino mi ha dato del bugiardo? Verrà in tribunale. Sono trenta anni che faccio calcio, lui trenta giorni"

"Ricordo quando mi chiedeva quasi piangendo di salvare la Salernitana. La sua è stata una caduta di stile, anche se in quanto a stile nel calcio siamo nella media".

E non solo. In merito alle commissioni agli agenti: "Non è un problema mio, ma del calcio, è una questione ideologica. Non voglio contestarla, siamo d’accordo. Ho combattuto tante volte con agenti di grande calibro, sono pentito di non aver pagato una commissione per un giovanissimo Pogba a Raiola, 4 milioni per portarlo alla Roma. Raiola mi diceva: ‘Perché ti arrabbi? Guarda che io ti sto portando un’opportunità. Io non la riferii a Pallotta e ancora oggi credo di aver fatto un danno alla Roma. Mentre a Bologna ho combattuto per pagare una commissione per Arnautovic e devo dire che ho fatto bene, ha valorizzato il Bologna. Il calcio è contingente, non è fatto di concetti generali".

Sabatini ammette di essere deluso dagli attacchi delle ultime ore e dichiara che la sua prossima avventura non sarà in Italia: "Mi sento ancora un dirigente della Salernitana, ma sto ricevendo attacchi e insulti frontali che mi addolorano, dopo mesi in cui ho sopportato uno stress inaudito. Subito dopo aver ottenuto un risultato magico, storico, devo fronteggiare queste cose che mi amareggiano moltissimo. Questa storia mi ha fiaccato. Domani prendo un aereo e sono pronto ad accettare una proposta all’estero. C’era qualcosa da festeggiare e qui abbiamo fatto un funerale. Il mio funerale".

Infine: "Basta guardarli, i talenti, il vero problema è guardarsi intorno, come ha fatto Mancini che ha dato fiducia a Gnonto. Io credo che siamo portati come popolo a enfatizzare le vittorie e le sconfitte. Il movimento degli stranieri in Italia è significativo in termini di numeri. Ma è sotto gli occhi di tutti: la maggior parte degli stranieri è migliore degli italiani. Con alcuni accorgimenti, le società cominceranno a rastrellare i giovani del territorio. Per esempio Iervolino lo farà nella provincia di Salerno. Perché va valorizzato il territorio. E così avremmo un movimento nazionale migliore. Ma oggi è improbabile fare paralleli di qualità. Alla Salernitana ho preso ragazzi del 99 che in Italia non avrei trovato mai, che si sono imposti immediatamente. Sono stranieri e ce li siamo goduti. In Italia ci sono meno possibilità di giocare ma va bene lo stesso, il calcio è un movimento internazionale e non provinciale. L’importante è che giochino. Il problema qui sono i risultati che vengono sempre drammatizzati. C’è troppa fretta e cattiva cultura dell’accettazione della sconfitta, che brucia posti di lavoro. Alla Salernitana c’è un giovane del 2001, Edoardo Iannoni, che avevo messo in rosa per sostituire Ederson. Lo avevo già messo nei 23 per la prossima stagione. Dipende ora dai ‘loro’ dirigenti".