Milan alza la voce: “Salernitana non in vendita, fiducia a Raffaele. A fine stagione il vero regalo ai tifosi deve essere la Serie B”
Il presidente granata entra nel dettaglio: numeri, responsabilità, progetti e futuro del club.
Il clima attorno alla Salernitana, in questi giorni, è stato segnato da un fitto botta e risposta: prima le dichiarazioni dell’ex direttore sportivo Gianluca Petrachi, poi la replica dell’amministratore delegato Umberto Pagano. Adesso a prendere la parola è il presidente Maurizio Milan, che in un’intervista a Il Mattino ha deciso di affrontare ogni tema senza girarci intorno: dalla retrocessione alla Serie C alla ricostruzione societaria, dai rapporti interni alla proprietà, fino al futuro tecnico con Raffaele in panchina e all’obiettivo dichiarato di tornare subito in Serie B.
“Abbiamo imparato dal passato: qui le sperimentazioni non funzionano”
Milan parte dal bilancio di un anno traumatico, ma che ha prodotto una profonda riorganizzazione del club:
«Il lascito di questa stagione – spiega – è aver dato spazio a nuove energie e a persone che affiancano una Salernitana totalmente rifondata per la parte sportiva e in parte anche nell’area manageriale. Con l’ad Pagano sono in totale sintonia: tutte le voci su presunti dissidi sono solo chiacchiericci. Siamo uniti nelle intenzioni e nelle decisioni. Il nostro compito è dare rinnovamento e, allo stesso tempo, lasciare autonomia a chi lavora: questa è l’eredità di quello che è accaduto. Dal passato abbiamo tratto una lezione chiara: l’area sportiva va affidata a persone esperte della categoria in cui si milita. A Salerno le sperimentazioni non vanno bene. Faremo tutto il possibile per tornare subito a salire di categoria».
Mercato di gennaio e corsa alla B: “Solo titolari pronti, la squadra lotterà fino all’ultimo”
In vista della sessione invernale, il presidente rassicura sul livello degli investimenti e sulla qualità dei rinforzi:
«A gennaio questa squadra sarà puntellata con calciatori che arrivano per fare i titolari, non per fare numero. Non inseriremo profili non pronti. La Salernitana lotterà fino alla fine per conquistare la Serie B. È vero, ne sale una soltanto e poi ci sono i playoff, ma noi puntiamo al massimo e poi vedremo. Il nostro obiettivo è rinforzare la rosa per poter arrivare fino in fondo».
Il caso Petrachi: “Deluso dalle sue parole. Brera non ha scelto il direttore sportivo”
Nel botta e risposta di questi giorni, le dichiarazioni di Petrachi hanno aperto una ferita. Milan replica con fermezza:
«Bilanciare i conti e vincere non è impossibile. La proprietà non si è mai tirata indietro: due settimane fa è stato deliberato un aumento di capitale da 20 milioni di euro. Proprio per questo sono molto dispiaciuto per le parole di Petrachi. Sono deluso da quello che ha detto, perché ho trovato il suo inciso fuori luogo. Ha sostenuto che non c’erano i presupposti per lavorare e che era stato scelto da Brera Holdings. Non è così. La scorsa estate Brera è stata uno degli interlocutori per un possibile ingresso come socio – sottolineo – di minoranza, ma abbiamo fermato subito il discorso a luglio. Petrachi si è presentato con promesse importanti e con l’obiettivo dichiarato di ridurre i costi. Era perfettamente consapevole della situazione che avrebbe trovato. Per onestà intellettuale gli ho detto che stavo dialogando con Brera, ma quella realtà non c’entra nulla con la sua nomina a direttore sportivo».
I numeri del mercato: “Operazioni, commissioni, stipendi: ecco i fatti”
Poi Milan entra nel dettaglio, smontando le ricostruzioni che, a suo dire, non rispecchiano la realtà:
«Prima del suo arrivo – precisa – Dia, Tchaouna, Iannone e Bohinen erano già stati ceduti dal sottoscritto. Le operazioni concluse da Petrachi hanno prodotto 10 milioni e 750mila euro di entrate. Per quelle trattative la società ha pagato 600mila euro di commissioni. La retrocessione in Serie B ha comportato una svalutazione dei cartellini per 3,5 milioni di euro, a fronte di plusvalenze per 1,9 milioni. Sono stati risparmiati stipendi per 13,5 milioni. In totale, Petrachi ha chiuso 20 operazioni: 10 a titolo definitivo e 10 in prestito. Non c’è stata alcuna intromissione o invasione di ruoli su nessuna di esse. I costi di acquisto sono stati pari a 3 milioni e 650mila euro. Gli incentivi all’esodo ammontano a 1,2 milioni, mentre le intermediazioni per gli acquisti raggiungono 1 milione e 560mila euro. Gli emolumenti complessivi riconosciuti ai calciatori sono stati 19 milioni di euro. Di questi, 2,5 milioni sono stati destinati allo staff tecnico che né io né il patron Iervolino abbiamo imposto: abbiamo semplicemente accolto. Nessuno ha interferito sull’esonero di Martusciello o sulla scelta di Colantuono. Per monte ingaggi eravamo al terzo posto nel ranking della B. Sento dire che ci sono state interferenze, sento dire “questa è storia”: per me è una brutta storia, manipolata. Tutto è verificabile leggendo i bilanci, che sono pubblici. Chiaro: se dentro ai numeri ci si mette Dia e compagnia, cambia tutto…».
Iervolino, Petrachi e il “subire”: “Carattere irruento, ora con Faggiano c’è dialogo”
Milan chiarisce anche il famoso passaggio sul “subire” Petrachi, pronunciato da Danilo Iervolino:
«Va contestualizzato. Iervolino ha usato quel termine perché Petrachi ha un carattere irruento e su alcune trattative mancava il dialogo. Con Faggiano la situazione è opposta. Non c’è intromissione, questo deve essere chiaro. Oggi però c’è una partecipazione diversa: si chiede il perché di certe scelte, perché prendere l’attaccante X anziché Y. Faggiano affianca il club, vive quotidianamente la squadra, è vicino all’allenatore, è dentro le dinamiche».
Cinque direttori sportivi in pochi anni: “Non siamo brucia-ds, i numeri parlano per la proprietà”
Le critiche sul continuo cambio di direttori sportivi vengono respinte con decisione:
«Non siamo una società che ‘brucia’ direttori sportivi. Abbiamo cambiato Sabatini la seconda volta anche per un problema di salute. Durante il primo Sabatini c’è stata una parentesi di litigiosità – resa pubblica – dentro una storia bellissima, intensa, probabilmente unica in Italia. De Sanctis, direttore ancora giovane, ha pagato l’inesperienza. Con Petrachi volevamo dare uno scossone. L’intento della proprietà è sempre stato benevolo, mai speculativo. La prova sta nei 140 milioni versati nel club durante tutta la gestione».
Il legame personale con la Bersagliera: “Soffro quando non sono allo stadio”
Il presidente non nasconde il coinvolgimento emotivo:
«Sono legato passionalmente alla Salernitana. Quando non posso essere allo stadio soffro. Partecipo al 100% a quello che accade. Adesso c’è una nuova linea manageriale ed è giusto che incida. Pagano sa che ha sempre una spalla a disposizione… e, se serve, anche un punching ball».
Proprietà solida e nessuna vendita: “La Salernitana è in buone mani”
Sul futuro del club, Milan è categorico:
«Gli interessi per la Salernitana ci sono sempre, ma Iervolino è saldo e solido al timone. Nessuno gli ha prescritto l’aumento di capitale da 20 milioni: dal momento che le casse erano comunque positive, avrebbe potuto gestire diversamente se avesse immaginato un disimpegno. Continuare a battere sul tasto della vendita è inutile: la cessione della Salernitana non è proprio sulla nostra agenda. La società è in buone mani, con un direttore sportivo capace e un ottimo amministratore delegato».
Caso Ederson al TAS: “Siamo sereni, non cambia la sostenibilità del club”
Milan affronta anche il tema della sentenza pendente al TAS sul caso Ederson, che vale circa 1,7 milioni:
«Siamo tranquilli, abbiamo uno staff legale di altissimo livello. Dire che, dal punto di vista economico, subire o non subire quella decisione sarebbe la stessa cosa non sarebbe corretto. Ma non sposterebbe l’equilibrio finanziario complessivo, né intaccherebbe la sostenibilità sana del club».
Infrastrutture e stadio: “Cantiere avviato, aggiornamento nel 2026. Prima torniamo in B”
Lo sguardo si sposta poi sulla questione stadio e sui lavori in corso:
«So che il cantiere è stato aperto ed è avviato. Un punto reale sulla situazione lo faremo all’inizio del 2026. Da informativa sappiamo che avremmo iscritto la Salernitana al prossimo campionato indicando il Volpe come impianto nei criteri infrastrutturali. Le notizie parlano di 15mila posti, che è il requisito fondamentale per uno stadio di Serie A. Vedremo con la Regione se sarà possibile implementare ulteriormente la capienza: sarebbe un happy problem. Prima di tutto, però, dobbiamo tornare in B. Sul tema Puma preferisco che siano l’amministratore delegato e chi di competenza a esprimersi: altrimenti farei invasione di campo».
Raffaele blindato: “Non è in discussione, meglio il calo ora che in primavera”
Capitolo allenatore. Nonostante la classifica e qualche flessione, il club conferma la propria linea:
«L’attuale monte ingaggi sfiora i 5 milioni di euro. Raffaele non è in discussione. È stato scelto dal direttore sportivo e supportato da tutti noi. È ovvio che vorremmo essere primi e nessuno è felice di occupare il terzo posto. Ma momenti di flessione li hanno avuti tutti, e se devono arrivare meglio che capitino ora che in primavera. La storia ci insegna che i cambi repentini in panchina, in passato, ci sono costati due brutte retrocessioni».
Il “regalo” ai tifosi: “Non un fuoco di paglia a Natale, ma una promozione da festeggiare”
In chiusura, il presidente guarda al rapporto con la piazza e al sogno comune:
«Più che il regalo di Natale, che rischia di essere fine a sé stesso, i tifosi meritano un regalo vero a fine campionato: speriamo di poter parlare di una promozione in Serie B. L’esperienza insegna che a volte arriva il grande nome, si accende l’entusiasmo e dopo quattro o cinque giornate tutto si spegne. Dobbiamo vivere di sano realismo e pragmatismo. Gli addii di Fusco e Nunziata sono scelte tecniche nelle quali non entro».
Considerazioni Finali
L’intervento di Maurizio Milan chiude — almeno per ora — una fase di tensioni, chiarendo ruoli, numeri e prospettive. Al di là delle polemiche dei giorni scorsi, emerge l’immagine di una società che, pur tra errori e scosse, vuole ritrovare continuità e identità. La sfida adesso passa dal campo e dal mercato: il resto, a Salerno, conta sempre fino a un certo punto. La risposta più attesa dovrà arrivare solo dai risultati.