Ci sono posti del cuore dove facilmente si ritrova calore.

Posti in cui sai di ritrovare te stesso ove passione e speranza si fondono insieme in un cocktail esplosivo.

E' lì che ogni giorno dedicato alla beneamata si ritrovano i tifosi della Salernitana: oltre 2.500 anime che si sorbacano km per non fare mancare l'affetto alla propria squadra del cuore.

C'è da risalire la corrente, da riallacciare i ponti con la terra ferma dopo esser sprofondati alll'inferno: la gara con la lazio ha rappresentato il primo tentativo andato a buon fine per rinascere a nuova vita. I goal di Candreva e Kastanos hanno rappresentato ossigeno puro, la miccia che ha schiuso le porte della speranza da investire in una squadra che sembra essersi finalmente ritrovata.

La salita è impervia, probabilmente la più ardua possibile dal ritorno in serie A a distanza di oltre cinquant'anni, ma la paura di affondare è di gran lunga inferiore all'incapacità manifestata durante la seconda gestione Sousa, di sapersela giocare fino alla fine.

E' bastata una prestazione all'altezza, da squadra tignosa ed affamata, per ridare voce e spazio ad un amore mai assopito nè calpestato, nella dignità, da una classifica che resta mortificante.

Perchè la Salernitana aveva bisogno di ritrovare se stessa, di scoprirsi essere all'altezza di un campionato che, nonostante tutto, è ancora lì, pronto ad attendere il risveglio da un inizio da incubo.

Una rondine, si sa, non fa Primavera ma il 2 Novembre è stato scolpito fin troppo presto, stilando percentuali, suonando i tre rintocchi prima ancora che la campana avesse emesso il suono inequivocabile della resa.

Ed allora, è proprio in tal caso, quanto tutto sembra essere perso, che il cuore granata ritorna a battere più forte di prima: forse più stanco, a volte bradicardico, ma basta poco per iniettare quell'adrenalina che dà l'input idoneo a ritornare più forti e desiderosi di riscatto.

Perchè quando si cade e si tocca il fondo non c'è più paura che inibisca, timore che incupisca, ma desiderio di emergere più forte di ogni volontà e soffio di vento contrario.

2.500 cuori che in una Domenica di inizio Dicembre sono già pronti a cantare, soffrire e sbraitare per il proprio vessillo. Non basta la distanza, non esiste tempo che possa sottrarre i tifosi dal proprio credo incondizionato a suffragio di un senso di appartenenza che va al di là della passione sportiva.

Perchè Salerno, la Salernitana non hanno bisogno del fruscio degli alberi per capire cosa sia un frastuono.

Non hanno bisogno di vedere l'oceano evaporare per comprendere cosa sia il calore.

Insieme sono come il sole che ruota attorno alla terra e da lassù la vista lascia sempre senza fiato come quando si aprono le braccia al cielo in piazza della Liberta per toccare l'orizzonte con le dita.

Salerno e la Salernitana a distanza di km dal Capoluogo, anche oggi, a Firenze, nella culla del rinascimento, si terranno la mano come sempre, consapevoli che ovunque li condurranno i passi fatti, la squadra granata sarà sempre... il posto giusto!!!