Il calendario alza subito l’asticella: al “Massimino” va in scena il primo vero scontro diretto della stagione, con il Catania che, spinto da oltre 20mila tifosi, vuole fermare la corsa della capolista e avvicinarsi a −1 in classifica. Dall’altra parte la Salernitana di Giuseppe Raffaele arriva da leader a quota 22, consapevole che il cammino è lungo ma che certi snodi pesano come pietre nella corsa al ritorno in cadetteria. Partita non decisiva, certo, ma dal valore specifico altissimo: uscire indenni da Catania significherebbe molto, per classifica e autostima, in un ambiente granata che avverte chiaramente l’importanza del pomeriggio.

Come arrivano le squadre

Catania. Toscano ritrova il suo fortino e un pubblico che promette di trasformare il “Massimino” in un catino. Modulo aggressivo e quasi speculare (3-4-2-1), con la scelta di puntare su un’unica punta di peso, Forte, supportata da due trequartisti dinamici come D’Ausilio e Lunetta. Sulle corsie c’è l’ex granata Casasola a destra e Donnarumma a sinistra, mentre in mezzo l’altro ex Di Tacchio fa coppia con Aloi (favorito su Quaini). Il tecnico sorride per il rientro di Cicerelli – inizialmente in panchina – ma deve fare i conti con le assenze di Raimo e Martic. L’idea è chiara: ritmo, ampiezza e pressione, provando a sfruttare il tifo di casa per accendere subito l’inerzia del match.

Salernitana. Raffaele, a quota 22, non abdica alle proprie certezze e dovrebbe confermare lo stesso undici che ha espugnato Monopoli. Difesa a tre con Coppolaro, Golemic e l’ex Anastasio a protezione di Donnarumma; in mediana scudo solido Capomaggio–Tascone, con Ubani e Villa a dare gamba e profondità sulle fasce. Tra le linee, Ferraris è chiamato a cucire gioco e ad accendere il doppio centravanti: Ferrari come riferimento per attaccare l’area e Inglese – un altro ex – per qualità nei legamenti della manovra e presenza in zona gol. Le assenze pesano (ancora out Cabianca, De Boer e Frascatore non recuperato), ma l’identità resta netta: compattezza corta, transizioni pulite e concretezza negli ultimi sedici metri.

Le probabili formazioni

Catania (3-4-2-1): Dini; Ierardi, Di Gennaro, Celli; Casasola, Di Tacchio, Aloi, Donnarumma; D’Ausilio, Lunetta; Forte.
A disp.: Bethers, Allegretto, Jimenez, Rolfini, Cicerelli, Stoppa, Coco, Quaini, Caturano, Quiroz, Corbari, Forti, Pieraccini.
All.: Toscano.

Salernitana (3-4-1-2): Donnarumma; Coppolaro, Golemic, Anastasio; Ubani, Capomaggio, Tascone, Villa; Ferraris; Ferrari, Inglese.
A disp.: Brancolini, Cevers, Quirini, Matino, Varone, Knezovic, Iervolino, Di Vico, Achik, Liguori, Boncori.
All.: Raffaele.

Arbitro: Poli di Verona (assistenti Russo/Di Meo). IV uomo: Ramondino. FVS: Chichi.

Le chiavi tattiche

Partita a scacchi a centrocampo: Di Tacchio–Aloi contro Capomaggio–Tascone promette duelli fisici e letture senza fronzoli. Sulle corsie, il confronto Casasola/Ubani e Donnarumma/Villa può spostare gli equilibri in termini di metri guadagnati e qualità dei cross. In area, Forte da un lato e la coppia Ferrari-Inglese dall’altro rappresentano tre terminali di peso: palloni sporchi, seconde palle e piazzati saranno un tema ricorrente. Decisivo anche il lavoro “in ombra” di Ferraris e dei due trequartisti etnei per dare superiorità tra le linee e costringere le difese a rompersi.

Considerazioni finali

La Salernitana sa che oggi si gioca tanto, pur senza verdetti: un risultato positivo al “Massimino” varrebbe più dei punti in palio, per l’effetto leva su classifica e consapevolezza. L’ambiente granata – squadra, staff e tifosi – percepisce la posta: maturità, gestione dei momenti e freddezza sotto porta saranno le virtù da esibire in un contesto caldissimo. Il campionato è lungo e la contesa per la vittoria si trascinerà fino all’ultimo, ma nelle stagioni che contano spesso sono proprio   queste sfide a definire la rotta.