Play-out nel caos: ufficializzate le date, ma la Serie B si gioca tra i ricorsi
La Lega fissa gli spareggi prima dei verdetti: una pagina confusa che mina la credibilità del sistema

Mentre ancora si attendono sentenze decisive, e alcuni ricorsi devono essere esaminati, la Lega di Serie B ha ufficializzato le date dei play-out: si giocheranno il 15 giugno (andata) e il 20 giugno (ritorno), sempre in notturna, alle 20:30. Una scelta che lascia attoniti e che impone delle riflessioni, più che cronaca.
Stabilire con certezza quando si giocheranno gli spareggi salvezza è legittimo dal punto di vista organizzativo. Ma fissarli prima ancora di sapere quali squadre saranno coinvolte, senza attendere la pronuncia del secondo grado sul caso Brescia e senza chiarire il destino della Salernitana, lascia il sospetto che il calendario venga scritto su un terreno sabbioso.
Il prossimo 10 giugno, infatti, si discuterà il secondo grado di giudizio relativo alla penalizzazione del Brescia. A seconda dell'esito, potremmo trovarci davanti a due scenari completamente diversi: se la penalità sarà confermata, la Salernitana affronterà la Sampdoria nei play-out; se invece sarà annullata o ridotta, i granata giocherebbero gli spareggi con il Frosinone, oppure proprio con il Brescia ma al momento questa situazione è molto remota. E il Brescia, attualmente dentro, ma ancora in attesa di giudizio, rischia di vedere svanire tutto sul filo del traguardo, le rondinelle cercano una penalizzazione da scontare eventualmente nella prossima stagione.
Il paradosso è servito: la Serie B non ha ancora una griglia chiara, eppure vengono rese ufficiali date e orari, quasi come se il resto fosse un dettaglio. Ma un dettaglio non è. Anzi, è la sostanza stessa della competizione: chi gioca e perché?
In un calcio che pretende di essere moderno e credibile, questi passaggi oscuri sono ferite aperte. La stagione 2024/2025 si chiude con un campionato che, ancora oggi, sembra scriversi tra carte bollate e aule di tribunale più che sul rettangolo verde. E, nel frattempo, squadre, tifosi e società restano sospesi, senza sapere con certezza nemmeno contro chi scenderanno in campo o se lo faranno.
In questo contesto surreale, la Salernitana non può più restare ferma.
Il club ha il dovere, morale e sportivo, di valutare un ricorso immediato al TAR o agli organi competenti per bloccare questi play-out, che si stanno trasformando in una rappresentazione grottesca, lontana da ogni criterio di equità. Non si può accettare che vengano disputati spareggi decisivi prima ancora che il quadro delle responsabilità e delle penalizzazioni sia definito. E non si può continuare a tacere mentre si consuma un evidente squilibrio.
A questo punto è lecito domandarsi: che senso hanno questi play-out? Si possono davvero definire “regolari” se dipendono da verdetti extragiudiziali ancora in corso? E soprattutto: che credibilità può avere un’intera competizione che affida i suoi verdetti finali non al campo ma ai codici della giustizia sportiva?
È triste ammetterlo, ma nel caos generale, questi spareggi salvezza rischiano di diventare un teatrino, una forzatura che disorienta più di quanto chiarisca. E a farne le spese non sono solo i club coinvolti, ma tutto il sistema. Perché, alla fine, un campionato senza regole certe e rispettate fino in fondo, è un campionato che perde la sua anima.