Un approccio molle, un proseguimento non all'altezza e un finale avverso. In una realtà - quella del Curi di Perugia - fredda, gelida e per nulla motivante. La Salernitana cade, ancora una volta, distante dal fortino di via Allende. In quell'onda sinusoidale che accompagna il Cavalluccio da un quinquennio. Concreti, cinici e a tratti dominanti all'Arechi. Totalmente contrari ed opposti negli impegni in trasferta. Il rendimento interno, però, può non bastare. Il gruppo guidato da Ventura ha infilato una striscia vantaggiosa davanti allo zoccolo duro. Ma lontano da Salerno le difficoltà diventano esponenziali e la squadra sembra non reagire alle offensive avversarie. È successo per tre appuntamenti consecutivi. Al Bentegodi di Verona sotto i colpi di Giaccherini, allo Stirpe di Frosinone sulla torsione di Novakovich e al Curi di Perugia con la prima rete in Serie B di Mazzocchi. Una difesa ballerina, un centrocampo che - puntualmente - perde il confronto con i dirimpettai. E un attacco, privo del miglior Djuric, inconcludente e inefficace. Quattro gol subiti nelle ultime tre, occasioni create col contagocce e zero azioni finalizzate. Un bilancio esterno che evidenzia dati nettamente sfavorevoli e tutt'altro che utili in una corsa ipotetica verso la zona alta. 9 sconfitte rimediate in 15 partite in trasferta, 21 reti incassate e un contesto che penalizza la Bersagliera. Il filotto positivo all'Arechi necessita di continuità. Nei risultati, in primis. Seguono, soltanto più tardi, le prestazioni e il modo di giocare. Gli infortuni e le diverse defezioni hanno portato via brillantezza, i test ravvicinati hanno influito sulla rincorsa. In programma - in attesa di decifrare il futuro del calcio nostrano dovuto all'emergenza sanitaria - restano altre 10 sfide da disputare, di cui 4 fuori casa. Servirà una svolta per alimentare il profitto interno e non perdere il contatto con il nobile ambiente d'alta graduatoria.