Trust ed anti-trust: è questo lo scioglilingua che regna sovrano a Salerno al termine dell'ennesima deadline per la vendita della Salernitana,  terminata con un nulla di fatto che ha ancora di più diviso in città il partito dei no-trust da quello degli anti-trust..

Già perchè il buco nell'acqua è stato doppio: da una parte l'assenza di novità concrete all'indomani dell'ennesima scadenza per quanto attiene la presentazione delle offerte concrete, complete e congrue, dall'altra, l'assenza tra quelle ritenute fattibili, della documetazione d'indipendenza rispetto ai disponenti Enrico Lotito e Marco Mezzaroma.

Ed allora, atteso che il trust abbia delle maglie burocratiche molto similari a quelle di un vero e proprio bando, al quale, prima di accedere- di solito- gli interessati hanno tutto il tempo per studiare i documenti necessari ed imprescindibili per concorrere nella presentazione di una domanda che risulti essere assegnataria della competizione, ci si chiede come sia possibile che tutte le proposte di acquisto arrivate sulla Pec dei trustee, fossero indisollubilmente legate dalla mancaza del più importante requisito richieto per il buon esito della vendita.

Fermo restando la necessità dei trustee e dei papabili acquirenti di conservare, fino ad operazione conclusa, il diritto alla riservatezza, occorrerà pure assumere un garante per la tifoseria che vigili sulla trasparenza delle operazioni in corso.

Proprio così: perchè se i trustee legati, per quanto si voglia negare, al generale Marchetti ed ai due disponenti del Trust Salernitana 1919, abbiano tutti i mezzi per tutelare gli interessi economici dei venditori, dall'altro chi è legittimato a fare chiarezza ed a tutelare una piazza poco interessata alla cifra di acquisto?

Salerno, al di là delle somme in ballo, si attende una società nuova, intrisa completamente di granata, insomma una compagine in grado di vivere h24 di Salernitana senza altre intromissioni o vincoli parentelari.

Sospesa tra la vecchia proprietà ed i nuovi possibili acquirenti, nel bel mezzo di una competizione sportiva ad alto coefficiente di difficoltà. i tifosi sono gli unici ad avere un interesse (il bene della propria squadra del cuore) al di fuori di quello economico, non tutelato da alcuna istituzione.

Pertanto, sarebbe opportuno che a garanzia del bene popolare (la Salernitana), a guidare e traghettare, vigilare in tutte le sue ultime fasi la procedura di vendita, vi sia un rappresentante comune ovvero...Comunale.

Proprio così, il Municipio di Salerno dovrà essere assunto a luogo di ritrovo tra il primo cittadino ed il generale Marchetti per fare il punto della situazione.

Il Comune, che con all'epoca Vincenzo De Luca invesito della carica di primo cittadino, si assunse l'onere e l'onore di assegnare  la ripartenza del calcio a Salerno al duo romano, ora ha il dovere per assicurare trasparenza, di dialogare con l'attuale a.d. granata, Marchetti, per essere informato di tutte le novità in tempo reale e secondo veridicità documentale, salvo poi mantenere il giusto riserbo.

In tale fase delicata e sempre più transitoria, chi più del primo cittadino potrà rappresentare un'intera comunità, nel valutare, accertare, osservare la veridicità della situazione reale, seppur nel rispetto degli interessi economici e della riservatezza?

Il primo passo da fare per Marchetti sarà proprio quello di portare il faldone delle offerte a Palazzo di Città, mettendo a conoscenza Enzo Napoli, quale rappresentante dell'intera città e della tifoseria di Salerno, dell'attuale stato delle trattative in corso d'opera.

L'operazione di garanzia non è più procastinabile: o poco meno dalla scadenza del 5 Dicembre, c'è da scongiurare il rischio di false aspettative, voci incontrollate e comunicati ad interpretrazione estensiva. Occorre essere concreti e diretti: lo merita chi, al di là del risultato, nella speranza di avere, finalmente, una proprietà ed un presidente fiero del progetto granata,  combatte e non demorde in un campionato simile ad una lotta contro i mulini a vento....