Un’unica via d’uscita in un tunnel buio, lungo e massacrante. Per la Salernitana non è stata una settimana semplice. Il tracollo di Cittadella e il fallimento attuale hanno messo la Bersagliera in una situazione scomoda. Di classifica, di risultato e di prestazioni. E l’impegno casalingo contro il Crotone rappresenta uno step fondamentale per il gruppo. Per mettere a tacere le polemiche e l’inquietudine. Per far risollevare l’umore a una piazza insofferente e martoriata dalle continue delusioni. La sfida agli Squali, oltre a delinearsi come trampolino di lancio, propone un certo fascino. Un confronto storico tra due club che hanno precedenti importanti. E il bilancio all’Arechi con la squadra pitagorica sorride al Cavalluccio. Sono 24 gli appuntamenti tra ambedue le formazioni: 11 vittorie per la società campana, 11 pareggi e 2 hurrà rossoblù in via Allende. Il primo testa a testa risale addirittura alla stagione 1959/60. In quell’occasione, le due squadre – militanti in Serie C - non si fanno male: termina 1-1, per i padroni di casa segna l’attaccante Pazzi. Gli incontri si ripetono costantemente nelle annate successive. E, proprio in quel periodo, viene registrato il successo più largo: 5-1 per i granata (tripletta di Cominato, rete di Prati e autogol di Nardi). Il primo match in serie cadetta è del dicembre 2000 e coincide con il trionfo del Crotone (marcatura di Deflorio poco dopo il 30’). La Salernitana – dopo tre pari – ritrova i tre punti contro i calabresi ad ottobre 2009: doppio Cozza, Stendardo e Pestrin trascinano la brigata nella breve esperienza di Cari. L’ultimo confronto, d’altra parte, non è positivo. Davanti poco più di 7mila spettatori, l’organico allenato da Gregucci viene abbattuto dall’uragano Simy: prima con un tiro dalla distanza e poi su una disattenzione difensiva, il nigeriano buca Micai e regala un bottino pesante agli Squali. La sfida in programma all’Arechi, dunque, avrà una duplice valenza. L’obiettivo è quello di centrare la vittoria per venir fuori dalla delicata posizione. E poi per provare a togliersi un sassolino dalle scarpe. Ovvero, la gara del marzo scorso che ha alimentato il crollo stagionale del Cavalluccio.