Una vittoria di misura contro il Trapani. Una gara, quella infrasettimanale, per convincere anche sul piano della prestazione. Il tecnico Gian Piero Ventura interviene in sala stampa per lasciare alcune dichiarazioni sulla sfida col Chievo in programma domani allo stadio Arechi. Sulla crescita della squadra: "Ho sempre puntato sulla crescita. Siamo in grado di fare dei passi avanti, siamo in grado di farli dal punto di vista delle capacità. Se li aspettano anche i miei giocatori, affrontiamo un avversario non facile. Una tappa di avvicinamento. È un bel banco di prova. Stiamo lavorando, come tutte le crescite sarebbe troppo sperare in una linea retta verso l'alto. Confermo tutto quello detto. C'è grandissima voglia di lavorare, di capire, di crescere". Su Dziczek: "Non lo so, per Dziczek vale quello che ho sempre detto, quando sarà pronto dovrebbe avere la possibilità di giocare con continuità ma non siamo nelle condizioni di dover affrettare o bruciarlo. Vale per lui e per altri che devono ancora arrivare ad avere una giusta condizione. Sul turnover a centrocampo? Possibile, comunque, che qualche mezzala faccia turnover: cerchiamo di capire dal punto di vista fisico come stanno, perché dalla Sicilia siamo rientrati alle 4 del mattino, il Chievo ha avuto un giorno in più di recupero. Al di là dell’aspetto tecnico conta anche quello fisico, prenderò una decisione dopo l’allenamento". Sul sacrificio col Trapani: "Mi diverto di più a vedere quella col Pescara piuttosto che quella di Trapani, ma questo fa parte dei movimenti ondulatori di cui parlavo prima. Col Pescara il messaggio era che se vogliamo, sappiamo fare calcio, col Trapani messaggio che un gruppo vero: la vera Salernitana sarà quando uniremo queste due caratteristiche". Sui contrasti aerei: "La Serie B è piena di squadre che corrono, il motivo predominante è la corsa più che la tattica. Noi vogliamo metterci dentro anche calcio ma non possiamo prescindere dal fatto di dover anche conquistare palla. Basti pensare alla Salernitana di 3 mesi fa, è uno spirito diverso. È un'applicazione diversa. Stiamo lavorando in questo senso". Sul processo di crescita e i risultati: "La prima cosa che ho detto ai giocatori è di non andare incontro al successo. La vittoria è sempre una conseguenza del gioco. Cercare la vittoria è fine a sé stessa. Serve continuità e questa dipende dalla determinazione e non dalla ricerca del risultato. Meglio farli i risultati, meglio vincere che non vincere. Ma le partite di Pescara e Cosenza mi avevano soddisfatto molto perché c'era una ricerca di quello che volevamo fare. Mi ha infastidito la partita contro il Benevento, il rammarico è per quello che avremmo potuto fare. Se avessimo fatto le cose in maniera migliore, il risultato poteva anche essere diverso. I risultati danno quella serenità che permette di poter scendere nei particolari, perché il giocatore in generale tende inizialmente a cercare alibi se essi non arrivano". Sulla parentesi Chievo: "Il Chievo non era una squadra di riscatto. Altrimenti non avrei deciso di ripartire da Verona. È una parentesi che è durata poco, si è chiusa in venti giorni. Rimane l'amicizia col presidente e con la società. L'augurio che faccio al Chievo è quello di raggiungere gli obiettivi prefissati". Su Cerci: "Mi aspetto molto da Cerci perché ho rivisto il giocatore che si è rimesso in discussione dopo anni di benessere. Lavora, ha dovuto impegnarsi per riprendere una condizione per rientrare in campo. Stesso discorso vale per Heurtaux. Sono giocatori che non hanno necessità di fare una presenza in più. L'importante che siano protagonisti". Ancora sulla prestazione di Trapani e la crescita: "Nonostante l'ambiente non facile, potevamo fare un'infinità di cose. Capisco lo stato d'animo, guardo la classifica e sorrido. Puntiamo ad una costruzione per il futuro. Per raggiungere questo dobbiamo lavorare. Ci sono pause e queste rallentano. Ma c'è la volontà di capire cosa fare per diventare protagonisti. Serve gioco e attributi". Sulla squalifica: "Credo di avere più di 1200 panchine. È stata scritta una cosa non corretta nel referto. Non ho detto nulla agli avversari, non c'era motivo. Eravamo in una situazione favorevole. Ho cercato di fermare i miei giocatori. Mi è dispiaciuto perché c'era buonafede. Non è stata scritta una cosa corretta". Sulla presenza di Lombardi: "Non ci sarà". Ancora sul Chievo e su Pellissier: "È un argomento già trattato, è finita in venti giorni. Un'infinità di parole inutili e gratuite. Con Pellissier ho un rapporto squisito, ed è rimasto tale".