Il calcio, si sa, è un business: ove se spendi più di quanto occorre per salvarti, apporre 4 squadre alle tue spalle, sei destinato irrimediabilmente a sopperire economicamente.

Che il campionato italiano abbia perso appeal, che sia diventato la terra degli orundi tanto da far preferire da parte di Mancini, l'Arabia per il solo dio Danaro, è ormai triste realtà alla stregua della mancata partecipazione della Nazionale a due Mondiali consecutivi.

E' stato un calciomercato in cui Inter e Milan hanno dovuto prima monetizzare per poi investire: i rossoneri, addirittura, sono stati costretti a puntare su Jovic last minute per poter procedere ad avere un'alternativa all'eterno Giroud.

Addirittura la squadra neo campione d'Italia, che ha stravinto e dominato il campionato spendendo ben oltre la metà di quanto investito dalla Juventus, mostra di puntare con successo alla scoperta di giocatori giovani affidati ad un maestro "spalletti" per poi con il gioco valorizzarli, vincerle e rivendili, riattivando la giostra.

Sulla scorta di tali premesse, non si riesce a comprendere come la Salernitana di Danilo Iervolino, dopo aver investito (tanto) su tre giocatori fondamentali (ochoa, Dia e Pirola), non avesse dovuto far fronte alla valorizzazioe degli oltre 40 voli effettuati da Morgan De Sanctis  per scoprire, nei limiti del budget, i calciatori giunti a Salerno.

In gran parte delle scommesse (è vero), ma messe a disposizione non del Nicola di turno, bensì di un allenatore tra i migliori in circolazione in Italia, che nessuno delle pretendenti ha in organico.

E' lui il vero fuoriclasse, colui che l'anno scorso ha riabilitato Vilhena spostandolo in mezzo al campo per farlo rendere di più

Ed ora? cosa è accaduto? perchè con l'applicazione ed il lavoro, non si può far lo stesso investendo su Martegani che non sembra essere così scarso?

Perchè Sousa, da un giorno all'altro, ha preferito apporre le mani avanti, pretendendo chissà quali investimenti, essendo già messo a conoscenza della reale volontà della Salernitana?

Già perchè a Giugno, prima ancora che, legittimamente, l'allenatore portoghese si guardasse intorno alla scoperta del profumo europeo, era stato avvertito che a seguito delle conferme dei migliori, la Salernitana non poteva investire, ogni anno, 40 milioni per sostenere il calciomercato, dovendo puntare sulla scoperta di giovani promesse.

E' vero, è giunta anche una scommessa e mezza in attacco: il Lecce ne ha fatte 17, già etichettate come vinte sulla scorta di sette punti, di cui tre conquistati immeritatamente ai danni di una Salernitana che, senza il suo bomber, più forte tra gli attaccanti in dotazione tra le altre pretendenti, ha avuto tre nitide occasioni da rete.

Ed allora: manca il mancino ed un difensore centrale, l'esterno a destra: tutto plausibile. Ma allo stesso modo perchè Mazzocchi, insostituibile con Nicola non può più rendere improvvisamente sulla corsia mancina? Perchè Sambia, spesso utilizzato e con buoni risultati da Sousa, dev'essere costantemente posto in naftalina adattando Kastanos che non ha il passo dell'esterno?

Perchè Cabral deve fare il terzino in luogo di due giocatori di Ruolo? Segnali di insofferenza manifestati sul campo alla stregua di Nicola? 

Se così fosse il tecnico lusitano si sta incartando da solo perdendo il senso della misura e della realtà in cui si trova:la Salernitana non può e probabilmente, non potrà mai assecondare i suoi desiderata di calcio europeo.

Salerno potrà crescere ma deve badare a consolidarsi, affidandosi a Sousa come l'uomo in grado di far esprimere il meglio di sè ai calciatori, al di là delle difficoltà linguistiche che nel calcio valgono relativamente se si ha una base tecnica per giocare a calcio.

In caso contrario, qualora questi giocatori non siano materia plasmabile, allora Sousa avrebbe l'istituto delle dimissioni che gli consentirebbero di restare nella storia della Salernitana e preservare la sua grande dignità calcistica.

Ora, nella pausa, c'è da lavorare e tornare quell'allenatore in grado di fare la differenza, invero, limitata al conseguimento di un numero rilevanti di pareggi e molto limitato di vittorie.

E' questo l'aspetto su cui riflettere: il resto sono solo scuse accampate da chi per giustificare eventuali fallimenti gioca a fare la vittima: non proprio un comportamento da vincente in campo e fuori per un allenatore all'avanguardia come lui

Ed allora, caro Sousa, ridestati, indossando i panni di allenatore vero quale sei perchè per avere alternative valide ed una rosa profonda bisogna ambire ad altre realtà diverse dalla Salernitana.

"Conosci te stesso", diceva Aristotele: Sousa riparta da qui se ha ancora voglia di allenare e fare la differenza come sa e deve... A buon intenditore, poche parole.