Ventura è il nuovo allenatore della Salernitana, l’undicesimo dell’era Lotito-Mezzaroma dopo i vari Perrone, Galderisi, Sanderra, Gregucci, Somma, Menichini, Torrente, Sannino, Bollini e Colantuono. Sicuramente il nome che fa più discutere, sia in positivo, per le ottime annate vissute in massima serie con il Torino e Bari, che in negativo atteso che sotto la sua gestione la nazionale italiana ha mancato clamorosamente l’accesso ai mondiali.  Insomma, un allenatore dal passato importante,  e motivato a dimostrare che il suo lavoro non può essersi evaporato dopo la pesante sconfitta dell’Italia in Spagna. Lì, probabilmente, si certificò il suo declino alla guida degli azzurri, ma una parentesi, seppur importante, non può cancellare quanto di buono fatto anni or sono. E quindi, si ricomincia, da Salerno per l’appunto, una piazza che ha vissuto una pessima stagione, conclusasi con una salvezza conseguita soltanto ai rigori nel play out contro il Venezia.    Sportivamente parlando, un mezzo disastro, con l’aggravante che il tutto sia avvenuto nell’anno del Centenario. Ma nel calcio, si sa, il presente è già passato, e gli occhi sono già proiettati al futuro, ovverosia  all’allestimento della squadra. Perché, in fondo, potrebbe sedersi anche Guardiola in panchina ma a scendere in campo sono sempre i calciatori. Ergo, per puntare a vincere il campionato, unico obbiettivo realisticamente plausibile in B per un trainer come Ventura, si dovrà  rivisitare quasi in toto l’organico della Salernitana, ed in tutti i settori per giunta. Servirà qualità a centrocampo e sugli esterni, almeno un bomber da doppia cifra, e terzini che sappiano spingere senza disdegnare la fase difensiva. Dopodiché, toccherà a Ventura valorizzare al massimo la rosa ed al contempo sfatare il tabù allenatore. Eh già, nelle nove stagioni fin qui disputate sotto la gestione Lotito- Mezzaroma nessun allenatore che abbia mai iniziato il ritiro hai poi concluso il campionato. In bocca al lupo mister... Armando Iannece