Hanno suonato la decima con i goal in Dia maggiore (capocannoniere storico dei granata), gli uomini di Paoulo Sosa, rinati a nuova vita con la cura di "anticalcio" somministrata dal genio portoghese.

Il calcio, si sa, è bello perchè le regole non sono oracoli in uno spazio infinito ove un "tra noi mai" ed il sogno che diventa realtà basta un attimo: quello del 31 Dicembre del 2021 in cui Salerno ha festeggiato, per la prima volta nella storia del calcio professionistico, il suo personale capodanno allo scadere della mezzaontte che ha sancito il passaggio dalle tenebre all'alba della nuova era Iervolino.

Perchè Salerno non è campione d'Italia, probabilmente non lo sarà mai, ma ha una dignità calcistica ed una storia tutta sua, da vivere, rivivere e, per la prima volta nella sua vita, da aggiornare con fierezza, a testa alta.

Forse qualcuno dimentica dei viaggi, kilometri affrontati senza la camicia, sotto la sferza del Trust che aveva tramutato, dopo 23 anni da quella retrocessione beffarda di Piacenza, la serie A in un incubo ove in ogni stadio, sotto di punteggio, Salerno colorovava ed invadeva... di passione gli stadi facendo capire perchè si "tifi Salernitana".

Chè è cosa di pochi, rappresenta la fede incontrastata, l'osmosi con una propria identità che è unica nel suo genere.

Perchè la Salernitana, per molti sedicenti cultori della materia "calcio", non ha molto da offrire per titoli, ma ha dalla sua la capacità di stringere, far piangere e sorridere in ogni posto in cui diventa la casa granata.

Salerno e la Salernitana: due supereroi che si stringono le mani, invincibili ed immortali, nati per soffrire, in un cielo spesso in cui la musica arriva eccome tra gli schiaffi e le agitazioni, tribolazioni che solo il cuore granata può sopportare e supportare.

Due giri fanno due vite, canta Mengoni, a Salerno diventano tre: come le volte che i granata potranno esultare, esageratamente, per il disordine bello, bellissimo, generato dalla conferma in serie A.

Proprio così: Salerno c'è la luna ed arriva la musica, quella di boulaye Dia: l'uomo della provvidenza, di tecnica sopraffina ancora tutta da scoprire e raffinare. 

Sotto la curva del cielo, in un applauso di stelle Salerno ha salutato il professionismo, tornandoci con fierezza, attraverso una scalata incredibile sul rettangolo verde (avete capito bene), masticando una gomma al gusto di "territorialità", sempre più calpestata in un calcio in cui con una Tv smart si ha la possibilità di essere "tifosi ovunque".

Ed allora, ce lo ridiciamo ancora, per impararlo a memoria, in questi giorni impazziti tra Napoli e Fiorentina in cui si è fatto la storia, masticando una gomma al gusto di serie A, che non finisce mai tra la mezzanotte e l'alba, in giorni impazziti di polvere e gloria.

Salerno è in serie A e "rischia" di restarci a lungo, disegnando colori al mondo che aveva solo immaginato con il lavoro sporco fatto nella speranza di godersi, un giorno, il paradiso

Che è arrivato, sulla terra, è lì ad un passo: non è champions league, non è campionato, ma con se, invece di bruciare stendardi avversari, i tifosi granata ne porteranno uno che fa la differenza, in favore di chi, ora, a km di distanza, festeggia con il veleno nel corpo per colpa del sinistro magico di Dia.

InDiavolati loro, innamorati loro, i fieri "pescatori" di Salerno, che ad Empoli sono pronti a remare verso la terra ferma che si chiama serie A

Salerno ha suonato la decima in massima serie (mai accaduto nel corso della sua storia) e si prepara a festeggiare il suo 4 anno tra le big.

Radio Salerno: qui si fa la storiA: a farla è un popolo campione d'animo puro... "reo" di amare solo l'ippocampo da proteggere come ai musei, come si fa tra innamorati... di un DIA...volo speciale alla faccia del divario sportivo che sugli spalti non è e non sarà mai abissale...