Dall'Empoli all'Empoli passando per l'Arechi, pochi mesi dopo ed in una categoria differente.

Sembra passata un'eternità da quando la formazione di Fabrizio Castori domava con due goal per tempo la formazione toscana già promossa in massima serie, apponendo il penultimo mattone per la promozione in A conquistata in quel di Pescara.

Dalla gioia dell'Adriatico per la serie A ritrovata dopo 23 anni dalla gara di Piacenza, all'amarezza per quasi due mesi passati tra angoscie e tribolazioni dovute all'iscrizione vincolata al Trust, il passo è stato breve.

Due mesi trascorsi tra il "dagli all'untore", "gufi" ed altri epiteti poco galanti rivolti nei confronti di coloro che, ancora oggi, dopo più di due mesi dall'inizio del campionato, ancora non hanno trovato una risposta al peccato originale di Lotito: "a chi può essere venduta la Salernitana? Chi fa il prezzo? Il trust è davvero la soluzione?"

I fatti, fino ad ora, dicono che il blind trust sia in grado di assicurare la cosiddetta indipendenza, trasparenza e discontinuità, solo nelle favole o nel mondo dell'iperuranio: già, perchè, i trustee, si affannano con pochi e scarni comunicati a mettere alle strette (o provare a fare), i papabili acquirenti, anticipando la deadline prima della scadenza ultima del 31 Dicembre.

C'è da chiedersi chi abbia voglia di investire, partecipando ad eventuali aste, sulla base di 40 milioni su di una squadra comunque da rifondare e costruita da altri

Interrogativi che hanno accompagnato e, di fatto, affievolito la gioia del campionato scorso, smorzando da subito gli effetti dell'euforia già dopo il primo trust bocciato dalla Figc.

C'è poi la vicenda legata dal D.S. Fabiani: gli amici del factotum granata, da sempre in prima fila, con le buone e (ieri) con le cattive per difendere le ragioni dell'esperto responsabile del calciomercato della Salernitana, hanno fin dall'inizio etichettato da neo laureati di coverciano, la grandeur del calciomercato al netto dei limiti posti in essere dal trust.

Eppure lo stesso responsabile-factotum, di fatto non ha mai affermato di aver subito gli effetti in negativo delle limitazioni economiche di gestione derivanti da applicazione del trust

Ed allora, a maggior ragione, ci si chiede per quale motivo si è provveduto ad esonerare un tecnico, Castori, colpevole solo di essersi trustizzato più che di aver castorizzato la squadra, accettando una formazione ibrida, monca e poco omogenea, che cade a pezzi pur essendo la verve fisica l'arma vincente della Salernitana nella scorsa cavalcata vincente.

E si ritorna a bomba:cambiano le società (?), passa il tempo ma il diesse Fabiani, l'irreprensibile Direttore, Dirigente, Responsabile, Amministratore, non passa mai

Eppure al netto di dimissioni che per una questione etica, Fabiani avrebbe dovuto rilasciare al momento dell'atto notarile di passaggio di consegne della vecchia proprietà ai trustee, delle quote sociali, il diesse che ha esonerato l'undicesimo tecnico della propria carriera a Salerno, dovrebbe fare un passo indietro e lasciare ad altri riparare, se possibile, i danni fatti nella costruzione di una squadra impresentabile per la serie A in molti elementi

La serie A, di fatto, ha solo scoperchiato, ieri, all'esterno dello stadio Arechi, il vaso di Pandora, consentendo, legittimando qualcuno a far "spegnere la telecamera" per poi, chissà sentirsi liberi di fare cosa...

Incredibile, ingiustificabile, inaccettabile: la Salernitana perde ma resta il trenino della contestazione verso gli  ingrati contestatori dell'onnipresente-assente direttore.

Di fatto, queste persone, hanno la coerenza di metterci la faccia, perchè del d.s. invocato a gran voce, come sempre nei momenti di difficoltà ove le sconfitte hanno sempre colpe ricadenti su allenatori o giocatori (scelti dallo stesso), dinnanzi all'Arechi non c'era traccia alcuna...

Come contro il Cosenza, quando nel 2019 la Salernitana perse la categoria e la faccia, recuperata per effetto di ricorsi giudiziari che consentirono per il "caso Foggia", alla società di essere ripescata con il Venezia, per la disputa di un play out inutile ai fini del conseguimento della permanenza in serie B (essendo sulla carta già presenti le quattro retrocesse).

Ebbene come allora, il fautore del calciomercato spettacolare, del miracolo sportivo, non ci mise la faccia, allo stesso modo, oggi, ha scaricato Castori, l'uomo che grazie a Lotito gli ha consentito di vincere un altro campionato dopo anni di propinamenti dei Cammarata di turno.

Fatti, meri fatti, la verità, quella che fa male, tremendamente accettare, soprattutto quando le cose vanno male e si passa alle vie di fatto, scoperchiando il vaso di Pandora, contenente la cloaca di un vizio generazionale, l'art.16 bis delle Noif che, complice la FIGC, ha portorito a Salerno, la farsa finale del blind trust...