"Che ne sai come mi sento quando i granata scendono in campo...." recita un famoso coro granata sulle note della ben conosciuta canzone di Gianni Togni. E tutti i tifosi granata sanno bene cosa vuol dire entrare nel "principe degli stadi" ogni volta, salire quei gradoni fin quando quel prato verde si perde nella visione di chi in quel momento sta osservando solo con il cuore. E sono sensazioni contrastanti, che fanno a botte, che sanno di bianco e di nero, di gioie e dolori, sconfitte e vittorie, abbracci di fratellanza e sopratutto, tante lacrime, espressione di un animo mai domo; un animo Macte Animo, pronto ad esprimere al mondo intero lacrime di felicità cosi come di tristezza. E chissà cosa sarà passato nei pensieri, tra le corde del cuore passando attraverso lo specchio degli occhi, della voce, della espressione di questa bambina di soli 4 anni che ha voluto urlare cosi al mondo intero la sua gioia, fierezza, consapevolezza e dignità di avere tra le mani il vessillo granata. Perchè un semplice fumogeno granata può diventare il punto cardine del misto delle emozioni umane più profonde, la risultante di sbandierare determinazione e coraggio davanti all'avversario che ora deve avere paura giusto nel sentire quell'urlo da far tremare tutto il prato verde, non solo la voce. La "Salernitanità" è tutto qui, in questo fotogramma, un fermoimmagine di 1 secondo in grado di congelare, conservare e poter tramandare la vera purezza dell'essenza della passione, della fede, del senso di origine, nel difendere i propri colori e far riecheggiare quell'urlo come un richiamo alla battaglia. 

Si ringrazia il fotografo Gerry Fezza per la stupenda immagine che tutti noi tramanderemo di generazione in generazione per far capire al mondo intero cosa voglia dire il significato della parola Salernitana. Che ogni giocatore possa varcare il tunnel degli spogliatoi verso il prato verde possa avere questa immagine ben stampata in testa perchè il processo osmotico della condivisione e delle emozioni possa toccare tutti, sopratutto chi le battaglie calcistiche le deve sudare sul campo. E chissà se, un giorno, questa bambina da grande si rivedrà in questa foto; noi la vogliamo immaginare ancora con quel fumogeno, ad incitare i propri beniamini in campo, nello spronare i fratelli granata accanto, nel creare una falange di tifoseria compatta e pronta a combattere una battaglia di 90 minuti, nel ricordare poi che le battaglie della vita durano ben oltre il 90esimo. Perchè se tutti noi ci dovessimo interfacciare con le difficoltà che la vita ci mette davanti con questo spirito, allora potremo uscire sempre vincitori da ogni battaglia contro le avversità.