Scontri sull’A2 a San Mango Piemonte, ultras di Casertana e Catania si fronteggiano in autostrada
Ora auspichiamo che il Viminale applichi la stessa linea usata con la Salernitana

Tardo pomeriggio di paura e caos sull’A2 del Mediterraneo: gruppi di ultras di Casertana e Catania si sono incrociati all’altezza dello svincolo di San Mango Piemonte, hanno fermato i mezzi e si sono affrontati da carreggiata a carreggiata con lanci di oggetti e fumogeni. Il traffico è stato bloccato verso sud e pesantemente rallentato in entrambe le direzioni; sul posto sono intervenute la Polizia Stradale e le volanti della Questura di Salerno. Secondo le prime ricostruzioni, si parla di oltre cento partecipanti — fino a circa 150 — con le due tifoserie che viaggiavano su corsie opposte: i catanesi rientravano da Giugliano, i casertani da Picerno.
Le forze dell’ordine stanno acquisendo filmati e testimonianze per identificare i responsabili e ricostruire tempi e dinamiche dell’incidente. Le prime cronache locali riferiscono di una chiusura temporanea del tratto e di disagi prolungati alla circolazione, mentre la Digos valuta eventuali misure individuali. Al momento non risultano feriti gravi né danni rilevanti ai veicoli.
Il principio non è negoziabile: “uguale misura” per tutti
Questo episodio non può essere derubricato a “incidente di percorso”. È un fatto gravissimo: un’autostrada trasformata in teatro di scontro. E impone una domanda limpida: se la legge è uguale per tutti, perché le tifoserie coinvolte oggi non dovrebbero essere sottoposte alla stessa severità applicata alla Salernitana?
Ricordiamo i termini del paragone. Dopo i disordini nel ritorno del playout con la Sampdoria — partita sospesa, provvedimenti e strascichi legali — il Ministero dell’Interno ha imposto ai tifosi granata un divieto generalizzato di trasferta fino al 1° dicembre. Nelle ultime settimane si sono moltiplicati i segnali di un possibile “sconto” o di una revisione, ma il quadro di riferimento resta quello: un blocco lungo quattro mesi, motivato da esigenze di prevenzione.
Se oggi, su un’arteria nazionale, assistiamo a un confronto organizzato o quantomeno cercato tra due gruppi di ultras, con blocco della circolazione e lancio di fumogeni, la coerenza istituzionale impone la stessa linea di fermezza: misure personali rapide (daspo, obblighi di firma), eventuali limitazioni alle trasferte per quelle tifoserie e per chi ha partecipato ai disordini, senza punire in massa chi non c’entra ma senza neppure indulgere quando la posta in gioco è la sicurezza stradale.
La nostra autocritica
Anche noi, come stampa e comunità sportiva, dobbiamo ammetterlo: troppo spesso abbiamo accettato per buone le scorciatoie — i divieti “a pioggia” o, al contrario, l’indulgenza a seconda del clima del momento — invece di pretendere regole chiare e uguali e un uso chirurgico degli strumenti di prevenzione. Gli episodi all’Arechi hanno prodotto una sanzione durissima e prolungata; di fronte a un’autostrada bloccata da due gruppi rivali, non può valere un metro diverso. O si cambia approccio per tutti (favorendo misure mirate e investigative), oppure si applica lo stesso rigore a chiunque metta a rischio l’ordine pubblico, Casertana e Catania comprese.
Il punto politico (senza giri di parole)
Ministro Matteo Piantedosi, la scelta ora è sua. Se il Viminale ritiene legittimo un lungo divieto di trasferte per la Salernitana in nome della prevenzione, non può esitare un solo minuto quando l’ordine pubblico viene messo a repentaglio su un’autostrada da altre tifoserie. Se invece ha compreso che i divieti collettivi sono uno strumento rozzo e spesso ingiusto, allora lo dica e lo corregga per tutti, subito. Ma ciò che non è più accettabile è il terreno grigio dei doppi standard: o c’è coerenza, o c’è arbitrio. E l’arbitrio, in democrazia, è la forma più elegante dell’ingiustizia.