L'analisi tattica Cosenza-Salernitana
Modulo votato al palleggio palla a terra e Villa come jolly decisivo

Buona la seconda e la Salernitana porta a casa bottino pieno da Cosenza, dopo una gara caratterizzata da una bassa qualità estetica in virtù di un terreno di gioco tutt’altro che in condizioni accettabili. La gara tra Cosenza e Salernitana al “Marulla” ha avuto la caratteristica di essere di stampo rude a livello di scontri di gioco e con i giocatori impossibilitati ad eseguire un gioco fluido palla a terra. La Salernitana schiera il consueto 3-5-2 con modifiche alla batteria del centrocampo: Knezovic veste una maglia da titolare mentre De Boer va in panchina. Difesa con Coppolaro, Matino ed Golemic come perno centrale; Anastasio e Villa come quinti mentre in attacco Achik fa reparto con Inglese. Varone e Capomaggio a completare la mediana. Knezovic è chiamato ad interpretare il ruolo di mezzala, quindi lavorare a tutto campo sia in fase di ripiego che di appoggio alle punte. Achik è colui deputato alla fase di rifinitura, quindi dare un legame tra il centrocampo e l’unica punta Inglese, sfruttando l’ampiezza per dare adito alle proprie doti atletiche di velocista per superare l’uomo. Nel primo tempo entrambe le compagini mostrano un predominio equilibrato del campo, con occasioni da gol distribuite in modo pressoché equo da una parte e dall’altra, spesso nate da errori dovuti alla prematura mancanza di affiatamento dei reparti in questa fase della stagione. È il Cosenza a sbloccare il risultato con Mazzocchi, bravo a sfruttare una lunga cavalcata sulla fascia destra, favorita anche da una comunicazione non ottimale tra Donnarumma e la retroguardia. La Salernitana mantiene un’impostazione orientata al gioco palla a terra, con Capomaggio e Knezovic incaricati di gestire la regia e scandire i ritmi del possesso, mentre Varone si posiziona come elemento di raccordo a supporto della manovra. Coppolaro interpreta il ruolo di quinto in maniera conservativa, restando maggiormente bloccato per garantire copertura preventiva e offrendo raddoppi difensivi in fase di non possesso. Sul lato opposto, Villa propone invece un’interpretazione più propositiva del ruolo, caratterizzata da continue proiezioni offensive e da un’elevata intensità nelle transizioni. La sua costante presenza sulla corsia e seguito accentramento si traduce, oltre che in superiorità numeriche, anche nella giocata decisiva che porta al momentaneo pareggio. Achik fatica a trovare riferimenti all’interno del contesto tattico, risultando evanescente e poco funzionale alla manovra collettiva. Mister Raffaele opta quindi per la sostituzione all’intervallo, inserendo Ferrari per dare maggiore profondità e peso offensivo. L’ingresso del centravanti consente ai granata di alzare il baricentro e di rendersi più pericolosi in zona di rifinitura, pur continuando a soffrire le transizioni negative e le ripartenze del Cosenza, agevolate dalla condizione fisica ancora non ottimale. Successivamente, Raffaele interviene anche a centrocampo sostituendo Knezovic con De Boer: la mossa si rivela decisiva, poiché è proprio da un cross dell’olandese che nasce la rete del vantaggio, finalizzata da Inglese con una spizzata precisa nell’angolino basso. Il finale vede la Salernitana stringere i denti contro gli ultimi arrembaggi del Cosenza e mettendo tre punti in cassaforte dopo un match combattuto su un campo difficile.