La versione dell'Ippocampo più conosciuta, più a lungo - temporalmente parlando - presente sulle casacche della Salernitana. Ma, contemporaneamente, anche la più tormentata avendo dovuto affrontare le forche caudine di due fallimenti e le conseguenti vicissitudini nei tribunali fallimentari. Stiamo parlando dello stemma numero 6 della Bersagliera. Uno stemma comparso nell'estate del 1999. Il Presidente della Salernitana Aniello Aliberti, in una piazza depressa dall'immeritata retrocessione dalla Serie A e soprattutto dalla tragedia del treno proveniente da Piacenza nella quale persero la vita quattro ragazzi sostenitori granata, decise per un rinnovamento del simbolo. Il cavalluccio di Jack Lever venne tolto dal rettangolo e messo in uno scudo granata. Scomparvero sia i cinque torrioni superiori che le due onde granata inferiori. Sparì anche il logotipo "SALERNITANA". Come unica scritta rimase il "1919", l'anno di nascita, posta in bianco al di sotto del cavalluccio. Una scritta che allora voleva rammentare gli 80 anni di vita della Salernitana. Questo stemma rimase sulle casacche granata fino al 2005, per poi essere accantonato causa fallimento della Salernitana Sport. Per motivi legali, la nuova società, la Salernitana Calcio di Antonio Lombardi utilizzò come simbolo la palla di pezza, tornando a furor di popolo all'Ippocampo nel 2009 previo acquisto dalla curatela fallimentare della Salernitana Sport con la sua Energy Power. Ma nel 2011 anche la Salernitana Calcio fallì e subentrò il Salerno Calcio di Lotito e Mezzaroma, che ripartì dalla D con altra denominazione e anche altro marchio (che non fu altro che il gonfalone di Salerno). Nell'estate del 2012, Lotito e Mezzaroma però riuscirono ad acquisire marchio, colore e denominazione dalla Energy Power e l'Ippocampo stilizzato scudato con la sola scritta "1919" ricomparve sulle casacche granata. Questo fino a giugno 2019, quando è stata presentata una nuova versione del cavalluccio marino.