Simy saluta Salerno con dignità: quattro anni tra sogni svaniti, prove di riscatto e un ultimo “grazie”

Il nigeriano chiude la sua avventura granata da svincolato: “Anni intensi e difficili. Grazie”

Un collage di immagini, una frase breve ma carica di significato: “Sono stati quattro anni intensi e difficili a tutti i livelli, ma non servono tante parole. Grazie”. Così Nwankwo Simy, attaccante nigeriano classe 1992, ha salutato la Salernitana alla scadenza naturale del suo contratto, chiudendo ufficialmente un percorso lungo e complicato iniziato nell’estate 2021.

Acquistato dal Crotone dopo una straordinaria stagione da 20 gol in Serie A, Simy fu annunciato come il colpo dell’estate, il rinforzo pesante della Salernitana del trust guidata allora dal direttore sportivo Angelo Fabiani. L’arrivo di Ribéry, pochi giorni dopo, sembrava completare un reparto offensivo da sogno. Ma il campo raccontò un’altra storia: il centravanti africano, frenato da una condizione fisica non ottimale e da un ambientamento più difficile del previsto, non riuscì mai a replicare quanto mostrato in rossoblù.

Dopo prestazioni opache e una fiducia progressivamente scemata, arrivarono due prestiti – Parma prima, Benevento poi – che non rilanciarono la sua carriera. Tornato a Salerno, sembrava fuori dai piani tecnici fino all’arrivo di Pippo Inzaghi in Serie A, che decise di puntare nuovamente su di lui. Fu l’inizio di una timida rinascita: un gol al Bologna e una doppietta a San Siro contro il Milan, all’ultima giornata, ridiedero dignità al suo percorso.

Dopo la retrocessione in Serie B, fu la nuova area tecnica formata da Gianluca Petrachi e Giovanni Martusciello a rinnovargli la fiducia. Una scelta controcorrente, che però si rivelò corretta. Nonostante una nuova esclusione iniziale, e le voci di addio a gennaio, Simy restò ancora una volta a Salerno. E con l’arrivo di Pasquale Marino, che prese il posto di Roberto Breda in panchina, l’attaccante venne reintegrato e riportato in campo.

I gol contro Mantova e Cittadella rappresentano le sue ultime firme in granata, in una stagione culminata con la dolorosa retrocessione in Lega Pro. Nonostante tutto, con 6 gol segnati tra Coppa Italia e campionato (e un autogol propiziato), è stato il miglior marcatore di un gruppo in evidente difficoltà.

Simy lascia Salerno tra luci e ombre, ma sempre con la testa alta. Idolatrato al suo arrivo, criticato duramente nei momenti bui, spesso bersaglio per il suo ingaggio elevato e il rendimento al di sotto delle aspettative, non ha mai risposto alle polemiche. Ha preferito il silenzio, il lavoro, e un comportamento esemplare anche nei frangenti peggiori.

Ora da svincolato potrà scegliere liberamente il suo futuro: le porte della Serie B sembrano aperte, con diversi club che potrebbero puntare su di lui per esperienza e statura fisica. A Salerno, invece, resterà il ricordo di un giocatore che forse non ha mai trovato davvero la sua dimensione, ma che non ha mai mancato di rispetto alla maglia.

E questo, in un mondo spesso ingeneroso, resta un merito che vale più di mille numeri.