La sceneggiata napoletana, generata da un protocollo varato a seconda delle circostanze, senza alcuna capacità preventiva e regole certe, andrà in scena sul rettangolo verde del "D. armando Maradona" di Napoli.

Una squadra falcidiata dagli infortuni e ben sei positivi -con le due negativizzazioni di questa mattina all'esito dell'ultimo giro di tamponi che fanno abbattere la quota di positivi al Covid-19 a 6, di tre unità inferiori al limite massimo di 9 oltre il quale si attiva l'inibitoria dell'Asl -scenderà in campo imbottita di Primavera e con giocatori al limite della "decenza " psico fisica dopo una settimana passata in palestra.

Lo spettacolo prima di tutto, anche della Salute, ammesso che quello che andrà in scena, domani, sia definibile tale.

Dinnanzi una squadra, il Napoli che di per se -probabilmente- non avrebbe avuto difficoltà a battere la Salernitana anche al completo-, dall'altra il diritto alla salute calpestato dagli emolumenti televisivi.

Si gioca per forza di cose e nonostante tutto: Nel frattempo la Salernitana ha effettuato altro giro di tamponi per i cosiddetti "sani" aggiornando più che la sala video, quella in cui Giovanni Lombardi fa eseguire alla propria equipe tamponi a raffica.

In campo alle 14.30 scenderà in campo il Napoli ed una squadra con possibili futuri positivi in forza di un focolaio che non tende ad arrestarasi in seno alla squadra granata, e quel che resta del team di Colantuono, costretto a giocare, a mettere a repentaglio salute ed integrità fisica perchè la telecamera non può spegnersi.

Come la vergogna, non solo a Napoli, che questo calcio si assumpe l'imperio di portare in giro il virus in forza di un dio danaro avente ad oggetto una gara già scritta (ancora più di quanto non fosse già per differenza di valori in campo) ed avente tutti i crismui di una "partitella" in famiglia del Giovedì a pagamento.

Roba da fare ammattire e girare su se stessa l'effige del pibe de oro che ai suoi tempi, nel proprio tempo, irrideva sì gli avversari senza mai giocare con la salute altrui.

No, non è cosi, caro Gravina, che si onora il calcio nel tempio di una divinità, indegnamente, assunto a nuovo teatrino: non lo meritano nè Napoli nè Salerno, due città con diversi obiettivi, invero  di granlunga inferiori rispetto alla salute pubblica. Almeno così afferma la carta Costituzionale,stracciata da uno starnuto in meno sul prato che, oggi giorno, altro che la mano de "dios", diventa l'unico gesto condizionate per il risultato finale. Di pallone in tampone con un tempo minimo di 15^, più veloce di un atigenico e più performante dell'argentino:benvenuti al Covid-party: chi non ha il raffreddore gode solo a metà