Nuovo format che prende il via in casa Salernitana. Il club granata, per stare accanto ai tifosi e all'intera Provincia in questo periodo complicato, ha coinvolto il capitano Francesco Di Tacchio in diretta Instagram. Tante le domande per il centrocampista, di seguito quanto raccolto dalla nostra redazione.

Sulla quarantena: "Sono a casa, mi alleno la mattina. Stiamo facendo allenamenti tramite computer, in gruppi. Bisogna avere
tanta pazienza e sperare che il momento passi in fretta".

Sul lavoro di forza e scarico: "Alterniamo un giorno di lavoro organico e uno di forza, ovviamente con quello che si ha. Non abbiamo attrezzature, io ho la fortuna di avere un garage largo e lavoro la mattina lì con il prof".

Sul tempo libero: "Sto imparando un po' l'inglese, con Netflix guardo serie tv. Poi i social, Instagram e Facebook. Playstation? Sì anche su Fifa, non sono un bravissimo giocatore (ride, ndr). Tanti giocano a Call of Duty, io preferisco Fifa".

Sulla questione stipendi: "È un momento molto drammatico. Ho avuto la fortuna che non sia successo nulla in famiglia, sono abbastanza sereno. Capisco chi invece ha perso cari in famiglia e non ha avuto modo di salutarli. Il calcio manca, amo il mio lavoro ma ci sono esigenze più importanti".

Sul campionato: "Eravamo in linea con gli obiettivi prefissati ad inizio campionato, abbiamo ampi margini di miglioramento. Abbiamo avuto una mancanza di continuità di risultati, per stare lì ai primi posti deve essere migliorato questo dato. Abbiamo la consapevolezza di essere un'ottima squadra e abbiamo le carte in regola per stare in alto. Leader? Lopez, riesce a tirarti il sorriso anche con una semplice battuta. Siamo contenti di averlo come compagno di squadra".

Sulla fascia del capitano: "È un atto di stima di società e compagni, si ha grande responsabilità. Non è semplice ma viviamo anche per questo. Sono orgoglioso e felice di indossarla, Salerno è una piazza molto importante dove un calciatore si sente al top della categoria. Spero di onorarla nel migliore dei modi".

Su Salerno: "Sto bene a Salerno, è una piazza calorosa e una tifoseria splendida che ti dà tantissimo ma può toglierti anche tanto. Bisogna trovare giusto equilibrio, non esaltarsi nei momenti belli e non abbattersi nei momenti meno belli. Non è semplice giocare qui. Chiudere la carriera a Salerno? Sto bene, ho un altro anno di contratto ma mai dire mai. Se c'è la volontà di continuare con la società, sarei d'accordo".

Il cambio di categoria con la C? "Sì, c'è un abisso. Ogni categoria è differente dall'altra".

9 giugno 2019, emozioni: "È un bel ricordo, sicuramente un domani sarà la partita che ricorderò con maggior entusiasmo. Mi ha lasciato tanto, il ritorno dei playout dove ci siamo salvati tramite playout dopo un'annata disastrosa. Son contento di aver calciato il rigore decisivo, è andata bene".

Sui problemi dello scorso anno: "Ci sono state tante cose, abbiamo cambiato tre allenatori. Avevamo altri obiettivi, ci siamo ritrovati nelle zone basse di classifica e non siamo riusciti a venirne fuori. Quando entri in queste annate, bisogna trovare la giusta forza. Spero non ricapiti mai più".

Sul rigore decisivo: "Ho pensato tante cose, non vedevo l'ora di chiudere quella stagione. È capitato a me il rigore decisivo e sono stato bravo a fare gol".

Sulla partita all'Arechi: "Forse contro il Padova, dove ho anche fatto il primo gol con la maglia della Salernitana".

Sui possibili cinque cambi: "La priorità è tornare a giocare. Sono ipotesi che devono decidere".

Sui video della Salernitana in A: "Mi escono delle partite, l'ultima contro la Juve vinta 1-0. Giocare all'Arechi è sempre un'emozione, dispiace non averlo riempito ma per le avversarie è sempre difficile venire a giocare qui".

Sulle squadre della carriera: "Sono stato bene dappertutto, ogni squadra mi ha lasciato qualcosa. Le esperienze servono anche a crescere. Ho ricordi belli di Pisa dove ho vinto un campionato ma siamo anche retrocessi e la fortuna di aver incontrato un allenatore come Gattuso. Anche qui a Salerno sto bene e ho ricordi belli, speriamo di scrivere pagine importanti".

Sull'annata per la Serie A: "L'obiettivo era fare un campionato di vertice, i presupposti ci sono. Eravamo in linea, vediamo come si evolve la situazione".

Compagno più forte? "Vannucchi, all'Entella abbiamo giocato insieme ed era un giocatore incredibile. Era un tipo molto silenzioso, mi ha insegnato tanto".

Sull'allenatore che ha inciso di più: "Gattuso, mi ha convinto di scendere di categoria ed è stata una delle esperienze più importanti della mia vita a Pisa".

Sul momento attuale: "Sono solo, è difficile. Cerco di distrarmi con film, social e chiamate con amici".

Su una parola in dialetto: "Pisciaiuolo (ride, ndr)".

Chi mi ha sorpreso? "Jaroszynski, grande calciatore con ottima tecnica e grande carattere".

Sul coro preferito: "Che bello è, quando esco di casa per andare allo stadio a tifare i granata".

Su Dziczek: "È fortissimo, molto giovane e arriva da un'altra realtà. Ne sentiremo parlare in futuro".

Su Cerci: "È un grande professionista, mi ha sorpreso tantissimo. L'avevo incontrato ai tempi di Firenze, è un grande compagno di squadra. Si è messo a disposizione e spero che riesca a trovare la forma migliore perché può darci una grande mano".

Sull'obiettivo: "Parlare di obiettivi non è bello, possiamo sorprendere tutti. Abbiamo avuto alti e bassi ma ci sono trenta punti in palio e cerchermo di farne più possibili".

Sul ruolo: "Ho sempre giocato vertice basso, con le mie caratteristiche la mezzala l'ho fatto pochissime volte".

Il più bersagliato per gli scherzi? "Maistro".

Sul più istruito in squadra: "Forse Djuric".

Quale partita vorrei rigiocare? "L'andata con il Benevento, l'avevamo preparata in un altro modo".

Sulla panchina: "Con la massima serenità vivo tutto, nel momento in cui il mister mi chiamerà mi farò trovare pronto".

Sul numero 14: "Lo porto dai tempi di Avellino, non c'è nessuna scaramanzia".

Sul futuro da allenatore: "È difficile perché è più facile capire una testa che trenta. Fare l'allenatore è molto difficile".

Sulle stesse motivazioni senza pubblico: "È un'atmosfera strana, è bello giocare con tanta gente sugli spalti. Sarà una sensazione strana, cercheremo di farlo se necessario".

Sulla Curva Sud: "È una tifoseria che ti spinge. Quando venivo da avversario, non era facile. Capisco benissimo cosa si prova".

Il più scaramantico: "Forse Migliorini, ha tutti i suoi riti. Sono in camera con lui in ritiro, vedo qualcosa di strano (ride, ndr)".

Sulla partita più brutta: "Quella col Cosenza lo scorso anno, abbiamo perso 2-1 e dovevamo andarci a giocare il tutto per tutto a Pescara".

Sul grande salto: "Ci crediamo, stiamo bene insieme e siamo tutti grandi lavoratori. Questo fa la differenza".

Su Ventura: "Il mister vive di calcio, è un allenatore che lo vive per 24 ore al giorno. Ha una grande voglia, di mettersi in discussione e come allenatore è un maestro. Basta vedere il lavoro che sta facendo qui, è una fortuna averlo".

Resterò il prossimo anno? "Sto bene a Salerno, spetta alla società fare le sue valutazioni e voglio rimanere".