Salernitana–Potenza, l’analisi di Capomaggio: “Abbiamo creato tanto ma dovevamo colpire. In casa volevamo regalare la vittoria ai tifosi”

Autocritica sui dettagli offensivi, equilibrio con De Boer e la spinta di Villa: “Stessa fame fino alla sosta”

Galo Capomaggio mette il timbro sulla serata con lucidità e senso di responsabilità. «La prestazione c’è stata: abbiamo costruito molto, con continuità di gioco. Quello che è mancato è stato trasformare la mole in gol: dovevamo essere più concreti sotto porta, e questo dispiace soprattutto alla nostra gente», l’esordio del centrocampista, che fotografa anche la ripresa: «Nel secondo tempo abbiamo concesso qualche ripartenza di troppo; dopo il pari, però, abbiamo avuto anche noi la palla per vincerla».

Il ragionamento scende nel cuore dell’ultimo terzo di campo: «Siamo arrivati spesso con tanti uomini dentro l’area, ma non abbiamo attaccato gli spazi giusti: la palla finiva dove non c’eravamo noi. Sono particolari che pesano: dobbiamo lavorarci per tornare subito alla vittoria».

Cambia l’assetto, cambia anche il suo raggio d’azione. «Con il rientro di Kees De Boer lui ha giocato più basso e io da mezzala. La sua presenza mi permette di alzarmi e inserirmi sui cross, oltre a darci grande equilibrio. E Villa per noi è fondamentale: ci garantisce spinta costante sulla corsia». Da qui il rammarico: «Volevamo prenderci i tre punti, soprattutto per i tifosi. Ogni partita è una battaglia in un campionato tosto: in casa il desiderio di chiuderla è ancora più forte».

C’è poi lo sguardo al contesto della gara. «Il Potenza è venuto qui e se n’è andato soddisfatto con il pari. Noi dobbiamo proseguire su questa strada, limando i dettagli. Queste partite sono piene di falli e di interventi del VAR: si allungano, si spezzettano, ma il nostro obiettivo resta lo stesso, macinare gioco». La bussola resta l’idea di Raffaele: «Facciamo quello che ci chiede il mister: cercare la porta portando tanti uomini in area. Nel finale abbiamo lasciato qualche spazio perché volevamo vincerla e non ci siamo guardati dietro».

Il messaggio conclusivo è chiaro, più mentale che tattico: «Dobbiamo continuare a giocare con la stessa fame e portarci a casa più punti possibile da qui alla sosta».