E' bastato il nome di Mazzoleni, per altro legato al precedente di Benevento-Cagliari (a tal proposito, qualcuno nel sannio dovrebbe chiedersi il perchè dopo Torino non si è riusciti più a fare punti), accostato al ricordo dell'arbitro Di Bello (avente il precedente negativo in quella famosa semifinale play off con il Verona) per gettare nello sconforto tutti.

Gli operatori dell'informazione, invero, dimenticano che il Cagliari è reduce da un periodo nero culminato con il licenziamento di Mazzarri e da una classifica che ha visto gli isolani essere scavalcati grazie alla clamorosa ed entusiasmante cavalcata granata. Ed allora,  invece di sottolineare come il destino sia nelle mani, meglio ancora nei piedi di Bohinen e compagni, si è trascorso il tempo a vedere i fantasmi, a tirare fuori dall'armadio gli spettri senza evidenziare che la gara dell'Arechi, la Salernitana può gestirla, sfruttando le carenze altrui, "giocando" per due risultati su tre. Si sono,dunque, sprecate energie mentali per fare del vittimismo, a fasciarsi la testa dopo la designazione al var del sig. Mazzoleni, ancora prima di disputare una gara che, come per il resto delle tre partite a conclusione di questo campionato, resta esclusivamente nelle mani della formazione granata, la quale, con sei punti punti in tre gare, al di là degli avversari, ha la possibilità di chiudere il cerchio.

Fortuna che la squadra, la società e i calciatori si siano soffermati sul rettangolo verde ed al  recupero psico fisico dopo le due partite ravvicinate in tre partite.

L'informazione locale doveva soltanto sottolineare, spingere in senso positivo, l'ambiente, la squadra, per sfruttare le difficoltà di un Cagliari chiamato a fare la partita ed a scoprirsi.

Il campionato della Salernitana, il destino di questa stagione, cominciata soltanto un mese fa dopo un girone e mezzo di nulla, è tutto ancora nelle mani della società granata: il destino passa per Salerno. La salvezza bisogna meritarsela fino alla fine con sudore, ardore, perchè è proprio in questo momento, nell'attimo in cui i punti diventano cruciali che i giocatori devono dimostrare di dare quel quid in più rispetto a tutto ciò che stato fatto fino ad ora. A poche bracciate dalla terra ferma dopo aver lottato per uscire fuori dalla tempesta, una parte dell'opinione pubblica ha mostrato il braccino colto del tennista invece di sottolineare le difficoltà di un avversario che viene a Salerno in condizioni iniziali sfavorevoli. Da questo punto di vista, insieme alla squadra, c'è da fare, da parte di una parte delle componenti, un sontuoso salto di asticella.

Anche in questo modo, infatti, si aiuta la Salernitana a meritare sul campo la prima lettera dell'alfabeto: il vittimismo è di chi ha perso già in partenza affidandosi alla mera ed inutile scaramanzia.

La Salernitana per salvarsi deve conseguire 5/6 punti in tre partite, al netto delle risultanze derivanti dagli altri campi: scusate se è poco. Ed allora, testa alta e pedalare senza pensare alle Var...iabili impazzite...