Che gli assembramenti siano tra le tematiche più accese è risaputo. In un'epoca dove il distanziamento sociale è divenuto importante per consentire il ritorno alla quotidianità dopo la diffusione del Covid-19. C'è chi lotta per far rispettare le regole e le ordinanze poste dai vertici governativi. E chi, invece, si rende protagonista in piazza con cori da stadio e incitamento della folla. Ciò che è successo questa notte ad Avellino, con il sindaco Gianluca Festa sceso in città - senza considerare l'ammassamento dei giovani dinanzi ai locali - fomentando la situazione con sfottò di frustrazione verso Salerno e i salernitani. Da buon direttore d'orchestra, il primo cittadino ha guidato tutti sulle note di "Noi non siamo Salernitani" e "Chi non salta è pisciaiuolo".

Partendo dal presupposto che il pubblico granata è fiero di essere etichettato in un modo che ad altri può apparire dispregiativo, ciò che spaventa è l'incoscienza e il modus operandi di colui che svolge un ruolo fondamentale e che dovrebbe aver riguardo delle normative imposte dalla Regione e dal Governo. Nulla contro la popolazione irpina e il tifo biancoverde che, in primis, hanno condannato il gesto di Festa e di quella fetta di comunità che avrebbe dovuto seguire i provvedimenti ultimi. Tuttavia, il sindaco - attraverso un comunicato apparso sul proprio profilo Facebook - non ha stigmatizzato l'atteggiamento avuto: "C'è chi i giovani li attacca e demonizza. E non mi sembra abbia ottenuto risultati. Io con i giovani sono a mio agio, da sempre. Per questo ieri sera ho deciso di fare un sopralluogo nell’isola pedonale, per assicurarmi che anche la ripresa della movida fosse nel pieno rispetto delle regole. Devo dire che ho trovato un clima tranquillo e allegro. Mi sono soffermato a salutare molti giovani che ho incontrato lungo il mio percorso, entusiasti per la ritrovata libertà", scrive Festa.

E continua: "Ho colto questa bella occasione di incontro per stimolarli alla responsabilità e per spiegare loro che è bene essere ancora attenti, la libertà arriverà ma adesso bisogna continuare a seguire le regole in sicurezza. Mi sono trattenuto qualche minuto con loro, con fare scherzoso e goliardico: sono profondamente convinto che il dialogo sia sempre la strada maestra, che per comunicare con i giovani occorrano empatia ed ascolto, mai contrapposizione e rigidità.
A qualcuno dà fastidio che io sia a contatto con la mia gente? Qualcuno mi preferirebbe dietro a una scrivania a firmare norme restrittive?
Io sono il sindaco degli avellinesi. E dove c’è la vita di Avellino ci sono io. Guardate altrove, qui ci sono io a tenere tutto sotto controllo".