C'era bisogno di una replica. Una risposta concreta per scacciare via il ricordo dello Stirpe. E la Salernitana, con grande maturità e intelligenza tattica, ha superato l'esame Venezia. Non proibitivo, sia chiaro. Ma la stanchezza e le numerose defezioni avrebbero potuto sopraffare il Cavalluccio. E, invece, il gruppo di Ventura ha approcciato bene il match ed ha portato a casa un risultato fondamentale. Per la classifica, per il morale e per il tour de force. E ad emergere nella serata dell'Arechi è stato Alessio Cerci. Al debutto, dopo alcuni spezzoni di gara, dal primo minuto. Si aspettava dal suo approdo in granata una prestazione di tale livello. E il numero 7, archiviato il periodo buio, ha deliziato il pubblico di via Allende con giocate importanti. Coerenti alle qualità e alle caratteristiche. In realtà, già a Frosinone aveva fatto intravedere qualcosa di positivo. Questa sera, il mentore ligure ha deciso di puntarci dall'avvio. E la fiducia è stata subito ripagata. Malgrado una condizione non ancora ottimale a causa anche dell'infortunio di dicembre, Cerci ha impreziosito la sfida con diverse giocate in fase offensiva, un apporto deciso nel momento del ripiegamento e tanti strappi palla al piede. E al 69', poco prima dell'uscita dal rettangolo verde, ha sigillato l'incontro con l'assist decisivo per la testa di Karo. Non sono mancate, inoltre, le occasioni nell'area veneta. Due nello specifico. Entrambe nel corso della prima frazione. La prima su un'imbucata di Kiyine con un sinistro da posizione defilata parato da Pomini. La seconda con un colpo di testa spedito sul fondo a coronamento di una sgroppata di Cicerelli. E all'uscita, sfiancato ma con il sorriso, Alessio è stato accompagnato dalla standing ovation dell'Arechi. Il giusto tributo per la performance sfoderata. Le critiche sono un lontano ricordo. Ora inizia un nuovo campionato per il fantasista granata.