Un lavoro certosino, diligente e accorto. E grandi meriti per lo straordinario campionato finora svolto dalla Salernitana vanno soprattutto a lui. Quel tecnico mai banale, sempre attento nella forma e preciso nelle dichiarazioni. Quell'allenatore capace di ribaltare l'umore della vecchia guardia e spingerli a migliorarsi dopo la scialba annata scorsa. Quel mister che ha integrato a meraviglia i nuovi arrivati, ha invertito la mentalità dello spogliatoio e ha dato un'anima al gruppo. Quell'uomo che, malgrado le inopportune etichette di una porzione ampia della Penisola, è riuscito a scrollarsi di dosso le negatività e i perfidi pensieri. Perché Gian Piero Ventura ha disegnato un abito quasi perfetto alla Bersagliera. Una squadra che non punta a sopravvivere. Bensì cerca di affermare il proprio dominio ovunque. Che sia l'Arechi, tornato ad essere il bunker conosciuto, o una partita in trasferta. Rispetto per qualunque avversario e paura di nessuno. Un diktat che sarà valido anche per il prossimo match in esterna. Su un terreno di gioco storicamente avverso e che ha riservato grosse delusioni al Cavalluccio nel corso della storia. E il trainer di Genova, dal curriculum di spessore, sarà chiamato ad affrontare un altro test. Collettivo, ovviamente. Ma soprattutto personale. Si ritorna allo stadio Bentegodi. Ad accogliere i granata sarà il Chievo. Quel club che, in seguito alla disfatta con la Nazionale, ha fornito un'opportunità alla guida ligure. Il feeling, del resto, non è mai scattato e la parentesi è durata appena un mese prima delle dimissioni dello stesso. Il 10 ottobre 2018, l'ex commissario tecnico si siede sulla scottante panchina gialloblù. Tre sconfitte e un pareggio in quattro incontri. Poi, la decisione di lasciare l'incarico il 13 novembre. L'accoglienza, dunque, non sarà di quelle da custodire gelosamente. Tuttavia, dalla sua immensa esperienza, il mister cercherà di guardare soltanto nel proprio orticello con l'obiettivo di compiere l'impresa. Sbancare il Bentegodi. Nell'impianto di quella città che ha sempre serbato dispiaceri alla Salernitana. Ventura, i clivensi e il Cavalluccio: il presente che s'intreccia col recente passato.