Fabrizio Castori, intervenendo nel corso della trasmissione Granatissimi, ha parlato del suo futuro a Salerno e della nuova stagione da preparare per la massima serie: "Ancora non abbiamo fatto alcun tipo di discorso. Domani ritornerò a Salerno, faremo una due giorni di allenamento e incontrerò anche il direttore. Una volta che avrò ricevuto l’investitura dalla proprietà, valuteremo come intervenire. Io ho le idee chiarissime ma me le tengo per me".
Sull'ossatura della futura squadra Castori ha confermato: "In linea di massima io ritengo che quando una squadra vince un campionato ha dei valori che vanno preservati. Vi dico una cosa: quando le mie squadre hanno vinto i campionati, l’anno dopo non sono mai retrocesse, perché anche a Carpi con la mia media punti ci saremmo salvati. In linea generale io la penso così, poi è normale che servono degli aggiustamenti. Ma sarà la società a fare le sue scelte".
Il mister granata ha parlato anche della grande stagione dei suoi e delle difficoltà nel finale a causa del Covid, che lo ha tenuto lontano dai suoi per alcune giornate: "La Salernitana è la squadra che ha vinto più contrasti, recuperato più palloni, è la squadra che ha vinto di più insieme all’Empoli, è stata quella più veloce nell’attaccare l’area di rigore avversaria. A me di fare possesso palla in difesa non interessa. Il nostro gioco è molto faticoso, è anche più difficile e richiede uno sforzo fisico immane".
"È stato un mese difficile. Quando ho appreso della positività al Covid mi è crollato il mondo addosso. È una malattia subdola in quanto non sai mai come ti può colpire, per fortuna io ero asintomatico ma mi preoccupava non poter essere vicino alla squadra. Avevo fatto quattro tamponi, tre avevano dato esito negativo e uno positivo. Poi è stata certificata la positività e mi sono arreso ma, per fortuna, sono riuscito a rientrare per l’ultima partita".
Il campionato è stato vinto, secondo Castori, anche grazie alla sinergia che si è venuta a creare con la società: "Io sono venuto con le idee molto chiare. Ho cercato di fare le cose in cui credevo, poi si può sempre sbagliare ma non potevo venire con dubbi o cose da valutare. Era il minimo che potessi fare. L’approccio con la società è stato importante. Si è creata una sinergia, mi sono venuto dietro e si sono creati i presupposti per una costruire squadra che avesse certe caratteristiche".