Lanzara, Castel San Giorgio, Vietri: questo il triangolo alla base di una cordata, nella sua parte capofila, che avrebbe - condizionale è d'obbligo - presentato offerta ai Trustee per rilevare la Salernitana, così come rilevato dai colleghi del quotidiano salernosport24.

L'industria conserviera principale è la Calispa s.p.a. a cui sono collegate in termini di ramificazione della produzione dei la Di Leo - prima fabbrica storica sita in Frazione Costa di Mercato San Severino-dalla quale si differenzia l'azienda Nobile, sita a pochi metri di distanza ma in località Lanzara i cui titolari risultano essere gli omonimi Nobile Di Leo.

Altra azienda di riferimento è la Pecos s.p.a, immensa industria conserviera a cui si associa la tenuta Di Leo sita in Fisciano ed il ristorante Voce del Mare a Vietri.

Le fortune di tale importante marchio alimentare risalgono a circa 10 anni orsono allorquando il commendatore Avino lasciò la proprietà dei propri averi ai nipoti non avendo discendenti diretti.

Di li poi la scissione tra i pelati Di Leo e Nobile, pur avendo in sostanza il medesimo genere alimentare da apporre sul mercato, risultante essere di grande qualità

L'azienda ha un fatturato di 40 milioni di euro e dovrebbe fungere da capofiliera di una cordata che avrebbe proposto l'acquisto della Salernitana ad una cifra superiore ai 35 milioni di euro.

La soluzione di pagamento sarebbe prevista in più tranche oggetto di valutazione dei trustee, chiamati come da trust, a snellire il pagamento per ottenere l'erogazione della somma nel minor tempo possibile.

Di fatto, il diesse Fabiani, qualche giorno fa, fece da profeta augurandosi che la Salernitana potesse restare in possesso di imprenditori salernitani.

Forse sarà accontentato, chissà...