Quattro portieri e quattro centrocampisti. E dovrebbe già far sorridere così. La grana (inspiegabile) Micai, lo scambio Baraye-Curcio, Dziczek annunciato sul gong, l'assenza di una (ma anche due) mezzali, otto prestiti dalla Lazio (record assoluto), l'addio di Fella e la permanenza di Giannetti. Non è una barzelletta o la classica freddura. Seppur ci sia da sogghignare dopo l'ennesimo operato discutibile e a tratti prevedibile della società. O di chi ne fa le veci in sede di mercato. Non stiamo qui a stupircene. Assolutamente. Tuttavia, le ultime ore di mercato macchiano la prestazione e il risultato degli uomini di Castori allo stadio Bentegodi.

Sia chiaro, ci sarà sempre il pieno supporto alla squadra e allo staff tecnico. In un periodo complicato, gli interpreti in campo si sono dimostrati dei validi professionisti. Malgrado ciò, il ritornello "si può sognare?" e la vicenda della multiproprietà restano sedimentati nei pensieri dei tifosi. Perché a Salerno (e questo bisogna tenerlo ben presente) è stata distrutta la passione più grande. Quella che ha legato un popolo alla squadra della città per un secolo. Bistrattata e calpestata tanto da spingere il pubblico a non seguire visceralmente la Bersagliera.

Ritornando al discorso principale, quello relativo al mercato, non si può non commentare l'ennesima improvvisazione. Quattro estremi difensori: una rarità che neanche le blasonate proprietà europee possono vantare. Micai è ormai un separato in casa, Belec non ha per nulla alzato la qualità del reparto (la papera su Mogos è un chiaro segnale), Adamonis è approdato per la lista under e Guerrieri è finito nel dimenticatoio dopo il recente acquisto dalla Lazio.

La stessa casa-madre che ha concesso alla Salernitana di rinvigorire un organico numericamente scarno con ben otto trasferimenti a titolo temporaneo. Un primato pazzesco. Valorizzare i calciatori di proprietà? Macché. Quei pochi a disposizione - e forse non adatti alla categoria (il che aumenta la gestione incomprensibile della dirigenza) - sono stati mandati altrove. L'esempio è il salernitano Fella che avrebbe meritato sicuramente una chance con la casacca granata. Al contrario, i vertici hanno deciso di puntare ancora su Giannetti (nessuna pretendente interessata al cartellino e un ingaggio faraonico per la cadetteria) dopo il terribile rendimento scorso.

A chiudere l'esaltante finestra rafforzamento? La rivoluzione difensiva con innesti che non portano a nessun salto di qualità, l'indecifrabile operazione Baraye-Curcio (l'età del senegalese resta l'unico fattore interessante) e un centrocampo composto da sole quattro pedine. Di cui il polacco annunciato soltanto a pochi minuti dalla fine della finestra estiva nonostante sia giunto a Salerno settimane or sono. Intuibile, dunque, un cammino sperimentale per il trainer marchigiano che dovrà dilettarsi tra un Cicerelli o un André Anderson interno in mediana.

Non mancano le note positive, alle quali ci si dovrà aggrappare. La permanenza di Djuric, l'innesto di Tutino e l'intrigante varietà di esterni offensivi. La Salernitana dovrà sostenersi a queste componenti pur di non guardarsi indietro e percepire le gravi difficoltà maturate da un'altra indecorosa campagna acquisti.