Il 10 maggio 2021 è una data che di fatto è entrata a far parte della storia granata, una data che resterà indelebile nella mente e nel cuore di tutti i tifosi della Salernitana.
E’ la data della promozione in serie A dopo 23 anni di attesa, la terza nella storia centenaria del club, forse la più inaspettata, non a caso scandita dal motto “e zitt zitt se ne va”.

Una stagione lunga, iniziata tra lo scetticismo, tra alti e bassi, tra gioie e dolori, tra distanze sociali e mascherine, tra tamponi e spalti vuoti.
Una stagione in cui mai i calciatori hanno potuto lottare in campo sospinti dal proprio pubblico, la torcida granata, il dodicesimo uomo in campo.
Stadi vuoti, ambiente spettrale in cui echeggiano solo le urla dei calciatori e le indicazioni degli allenatori.
Ma è proprio in questo silenzio che è nato e cresciuto il gruppo che ha fatto sognare ed esplodere una città intera, un gruppo affiatato, operaio, “cazzuto”, guidato da un allenatore battagliero, tenace, verace, umile, sanguigno, forse uno dei primi protagonisti di questo miracolo sportivo.

Tutto è iniziato sotto il torrido sole di agosto, il 20 agosto per esser più precisi, quando 25 calciatori sono partiti alla volta di Sarnano. Molti di questi erano giovani della primavera, arruolati per far numero in vista delle amichevoli, mentre altri in procinto di lasciare la Salernitana.
Di quelli partiti alla volta di Sarnano solo Aya, Casasola, Cicerelli, Di Tacchio, Djuric e Gondo sono rimasti protagonisti della stagione fino alla storica promozione.
Tutti gli altri arriveranno solo in seguito, alcuni pochi giorni prima dell’inizio del campionato, l’esordio della Salernitana in casa contro la Reggina.
Nonostante ciò, salta subito all’occhio il grado di preparazione fisica della squadra. Con la Reggina non si va oltre il pareggio, 1-1 con rete di Casasola, ma subito dopo inizia una serie di risultati utili che accompagnerà la Salernitana fino a novembre.
I granata battono per 2-1 il Chievo, una delle favorite per la promozione, il Pisa all’Arechi 4-1, pareggiano a Vicenza 1-1 e battono di misura l’Ascoli per 1-0.
La Salernitana vola già nelle posizioni alte della classifica tra lo scetticismo generale.

Poi è la volta della vittoria a tavolino contro una Reggiana colpita duramente dal Covid, e successivamente della prima sconfitta in campionato a Ferrara. Contro la Spal, finisce 2-0.
La sconfitta non genera alcuno sconforto nei calciatori che reagiscono nel migliore dei modi, 3 vittorie di fila contro Cremonese, Cosenza e Cittadella prima di un nuovo stop in casa del Brescia, 3-1 e seconda sconfitta in campionato.

Due difficili gare attendono ora la Salernitana, contro il Lecce, una delle favorite per la promozione diretta e il Frosinone, in difficoltà ma sempre temibile. I granata conquistano due punti con altrettanti pareggi poi battono l’Entella per 2-1.
E’ un Natale sereno per i tifosi della Salernitana che batte anche il Venezia per 2-1, è il 27 dicembre 2020.
Arriva il momento più difficile per Castori e la sua truppa, all’inizio del 2021 la Salernitana incappa in 3 sconfitte consecutive che fanno temere il peggio. 3-0 con il Monza, 2-0 contro il Pordenone mentre 5 sono le reti subite ad opera dell’Empoli.
Si inizia a temere il solito calo della squadra, quello già vissuto negli anni precedenti, sempre nello stesso periodo di gennaio/febbraio.
La Salernitana si riprende battendo il Pescara per 2-0 e sarà il primo dei 12 risultati utili consecutivi che la riporteranno nelle zone nobili della classifica.
Dallo 0-0 contro la Reggina all’1-1 contro il Chievo, dal 2-2 contro il Pisa e l’1-1 contro il Vicenza.
La trasferta successiva ad Ascoli regala 3 punti d’oro alla Salernitana, prima del pareggio 0-0 contro la Reggiana e con la Spal con lo stesso risultato.
E’ la volta della trasferta a Cremona, un campo sempre ostico, la sblocca Djuric con un goal che vale 3 punti.
Con il Cosenza non si va oltre lo 0-0, così come contro il Cittadella mentre il 21 marzo la Salernitana supera di misura il Brescia con un goal di Bodgan.
La classifica sorride ai granata, la Salernitana è ancora lì in alto ma lo scetticismo rimasto è ben poca cosa rispetto ad una tifoseria che inizia a stringersi intorno alla squadra. La tifoseria inizia a sognare ma in silenzio.

La sconfitta di Lecce per 2-0 viene mal digerita, ma superata nell’immediato con 3 vittorie consecutive di una Salernitana mai sazia di punti.
1-0 contro il Frosinone, 3-0 sull’Entella e una vittoria pesantissima contro il Venezia per 2-1 con una doppietta di Gondo nei minuti di recupero che lancia un chiaro messaggio al campionato, la Salernitana c’è e vuol giocarsi le proprie possibilità. Lo sa Castori, lo sanno i calciatori, lo sanno bene i tifosi anche se il motto resta “zitt”.

E’ una brutta sconfitta quella che la Salernitana subisce ad opera del Monza, finisce 3-1 con doppietta di Balotelli.
Ma la svolta è dietro l’angolo perché tre giorni dopo conquista bottino pieno a Pordenone con Tutino che trasforma un calcio di rigore al 96esimo, caricandosi pallone, città e tifoseria sulle spalle.
Il 4 maggio è il giorno “degli sfratti”, la Salernitana si piazza al secondo posto in classifica superando il Lecce.

E’ tempo di calcoli e presagi, scaramanzia e amuleti, ma mancano ancora due partite, troppe per poter lasciarsi andare, il Monza è troppo vicino. Nessuno parla di A o di promozione, la parola d’ordine è ancora “zitt”.

Un Empoli già promosso gioca la sua onesta partita all’Arechi, ma la Salernitana di reti ne fa due. La sblocca Bodgan, autore di reti pesantissime, mentre nel recupero Anderson fa 2-0.
Iniziano i caroselli, i cori, i festeggiamenti, anche se manca la matematica promozione non è più il momento di stare zitti, la Salernitana è a 3 punti dal sogno chiamato serie A.

L’ultima di campionato ancora una volta propone la trasferta a Pescara, una gara anticipata da un episodio spiacevole accaduto alla famiglia di Grassadonia condito da infinite polemiche con intervento di politici, giornalisti, opinionisti e l’intera stampa nazionale.
Ma a Salerno la concentrazione è alta in vista della gara, condita dal dolore per la scomparsa di Fulvio De Maio, ex portiere della Salernitana.
Vinciamola anche per lui si scrive sui social.
Mancano 90 minuti alla promozione, un occhio alla tv e un occhio a Monza, dove i brianzoli affrontano un Brescia in piena corsa play off.
Il primo tempo è uno dei peggiori giocati dalla Salernitana in tutto il campionato, il risultato è fermo sullo 0-0, non si tira in porta, non si gioca. Ma anche a Monza il risultato è inchiodato sullo 0-0, va bene così.

Proprio da Monza arriva la prima novità, i padroni di casa sono restano in 10 per una doppia ammonizione, sintomo che il nervosismo regna sovrano anche lì.
Proprio in quei minuti la Salernitana ha fatto entrare Anderson e la partita è cambiata. E’ proprio lui a conquistare e trasformare un calcio di rigore. A Salerno il silenzio (zitt) è rotto da un boato, la Salernitana è in vantaggio,è il 67esimo.
Passano due minuti ed un altro boato echeggia su Salerno e la sua provincia, il Brescia è passato in vantaggio a Monza.
Passano appena 3 minuti ed arriva il terzo boato, Casasola raddoppia e a 20 minuti dalla fine ormai la Salernitana è irraggiungibile, anche perché appena 6 minuti dopo il Brescia raddoppia.
E’ serie A. Inizia la festa. La città inizia a colorarsi di granata, caroselli sfilano per le strade di Salerno e provincia. In tv si vede Tutino piazzare il colpo del 3-0 ma sono in pochi a vederlo, la città si è riversata in strada senza attendere il fischio finale.

Esplode la città, il cielo si colora di granata, ovunque è un crescendo di cori, caroselli, trombette, fuochi d’artificio, fumogeni, torce, bandiere, striscioni e sciarpe. 
Dopo 23 anni d’attesa, tra gioie e dolori, amarezze e soddisfazioni, tra fallimenti e promozioni, dai campi di terra di città quasi sconosciute alla maglia blu grana del Salerno calcio, dai piccoli grandi trofei della Lega Pro alla storica promozione in B.

Non è più il momento di sognare quando la realtà è così magicA.