Pasquale Marino: “Per la prima volta il destino non è nelle nostre mani” – La Salernitana crolla a Genova e affonda verso la Serie C
Basta alibi: società e calciatori hanno fallito

Nel momento in cui serviva lucidità, orgoglio e coraggio, la Salernitana si è presentata a Marassi con le idee confuse e le gambe tremanti. Il verdetto è amaro e inequivocabile: 1-0 per la Sampdoria, tre punti d’oro per i blucerchiati, mentre i granata sprofondano al terzultimo posto, a quota 39, scavalcati proprio dai doriani, ora a 40. Una sconfitta che sa di condanna, con la Serie C sempre più vicina.
A decidere l’incontro è stato Meulensteen, che ha sfruttato un assist di Ferrari al 45’+1 per battere Christensen e spezzare l’equilibrio in una gara bloccata e povera di emozioni. La Salernitana non ha mai reagito: il primo e unico tiro nello specchio della porta è arrivato al 90’, con Amatucci che ha sfiorato il pareggio, trovando però la pronta risposta del difensore Riccio con un salvataggio provvidenziale, troppo poco, troppo tardi. Una prestazione priva di cuore, idee e orgoglio.
Marino rassegnato e critico
A fine partita, ai microfoni di LiraTv, è un Pasquale Marino visibilmente abbattuto a raccontare la sua delusione. Le sue parole sono pesanti come pietre:
“Purtroppo per la prima volta il destino non è più nelle nostre mani. Dobbiamo vincere a Cittadella e sperare negli altri risultati. Oggi abbiamo fatto un passo indietro notevole.”
Il tecnico siciliano ha poi sottolineato:
“Non siamo riusciti a giocare come avremmo voluto. A La Spezia c’è stata una reazione, oggi invece niente. La prestazione è stata inferiore da parte di tutti. Non c’è stata una vera reazione emotiva, e questo è grave.”
Quando gli viene chiesto se alcuni calciatori abbiano sottovalutato l’impegno, la sua risposta è netta:
“No, i ragazzi sono responsabili. Forse la troppa voglia di fare bene ci ha bloccato. La preparazione è stata la stessa delle gare vinte, ma stavolta è mancato tutto. Non abbiamo giocato per il pareggio, volevamo vincere, ma il gol preso prima dell’intervallo ha fatto saltare il piano gara. Fino ad allora, la Sampdoria aveva tirato solo con Niang. Dopo il gol non siamo più riusciti a reagire.”
Una squadra senza anima
Non è solo un problema tattico: la Salernitana è apparsa svuotata, quasi rassegnata. Marino ha provato a cambiare nel finale inserendo forze fresche in attacco, ma senza costrutto.
“Se li metti troppo presto, intasi gli spazi”, ha spiegato. Ma è chiaro che qualcosa di più doveva essere tentato prima, con maggiore convinzione.
Il disastro della gestione societaria
Ma le colpe non sono solo della squadra. Il direttore sportivo Marco Valentini ha indebolito una rosa già fragile durante il mercato di gennaio, non portando nessun rinforzo di livello e peggiorando un organico che già faticava. È stato un suicidio tecnico e gestionale, figlio di scelte sbagliate e di una dirigenza inadeguata. La squadra ha perso identità, qualità e spirito.
Iervolino, è il momento della verità
Il presidente Danilo Iervolino non può continuare a tacere. Dopo aver acceso speranze e promesse, oggi deve guardare in faccia la realtà: la Salernitana è a un passo dal baratro, e una città intera sta per essere tradita. Il silenzio non è più accettabile, serve chiarezza. Serve assumersi le proprie responsabilità.
Il prossimo scontro salvezza contro il Cittadella è forse l’ultimo appiglio. Ma la Serie C è ormai a un passo. E, per quanto doloroso sia dirlo, è una retrocessione meritata.