Donnarumma, la voce della capolista: ambizione, autocritica e un patto con l’Arechi per restituire gioia ai tifosi
Su Lira Tv il portiere granata racconta l’avvio al comando, l’esigenza di crescere ovunque, le parate simbolo, la telefonata di Gigio dopo Cerignola e i suoi riti scaramantici

Antonio Donnarumma parla con la concretezza di chi ha chiaro il percorso. Ha parlato ai microfoni di “Goal su Goal” su Lira Tv, il portiere della Salernitana — lo stabiese con un passaggio anche al Torino — ha messo in fila soddisfazioni e doveri: il primo posto è una ricompensa per la scelta di partire forte in un campionato che tutti sapevano spigoloso, ma non è un traguardo. “Bene l’inizio, però c’è da alzare l’asticella su tutto”, è il senso delle sue parole. Nelle ultime gare sono arrivati più gol del previsto, e per lui il tema non riguarda solo la linea arretrata: la fase difensiva è un lavoro di squadra. Il messaggio allo spogliatoio è netto: unità, lavoro quotidiano, voglia di migliorarsi fin da subito.
Il rapporto con l’Arechi è il cuore del racconto. Prima lo ha assaggiato dalla tribuna, abbastanza per capire quanto affetto sappia generare questa piazza; ora, in campo, l’impatto è “di un’altra intensità”, soprattutto quando si vince. Donnarumma è certo che quel calore non verrà meno: la gente di Salerno — sottolinea — resta accanto alla squadra anche nei frangenti più duri.
Sul piano tecnico, il portiere ricostruisce un avvio segnato da parate pesanti. Ne indica due come fotogrammi della stagione: la deviazione a Casarano, con il pallone che poi sbatte sul palo, e l’episodio del rigore contro il Sorrento, reso caotico da un fischio quasi coperto dal frastuono e da un tiratore che, travolto dal clima, è apparso incerto. Proprio quell’intervento, racconta, ha dato una spinta preziosa alla classifica e allo spirito del gruppo.
C’è poi la costruzione degli automatismi. Donnarumma rivendica il compito di trasmettere sicurezza ai compagni davanti a lui. La rosa è nuova e ha visto diversi innesti a fine mercato: serve tempo, ma in meno di un mese la Salernitana ha già trovato una compattezza non scontata, una base solida da cui ripartire ogni settimana. Il lavoro procede per contromisure mirate a seconda degli avversari, con piena fiducia nell’allenatore.
Il patto con la tifoseria è scritto nei gesti prima che nelle parole: dare tutto, sempre. Quando si mettono anima, combattività e passione, i consensi arrivano. Donnarumma ringrazia il pubblico per il titolo di MVP e per il calore che non fa mai mancare, e rilancia l’obiettivo: “restituire gioia ai tifosi” attraverso la continuità delle prestazioni.
La dimensione personale aggiunge profondità. Con il fratello Gianluigi, il confronto è fisso dopo ogni partita: si parlano, si analizzano, si spronano. Dopo la gara di Cerignola, chiusa con una sconfitta, è arrivata subito la telefonata di Gigio — felice anche per il ritorno a casa di Antonio e vicino nel momento complicato. “Sapere di avere in famiglia quello che considero il portiere più forte al mondo è un orgoglio che mi riempie”, confida. E non manca una confessione di costume: Donnarumma è molto scaramantico, fedele a rituali che non ama cambiare; se deraglia, è spesso la moglie a ricordargli la routine.
La fotografia finale è quella di un leader sobrio e affidabile: lucidità nel leggere i limiti, fermezza nel chiedere un miglioramento corale, riconoscenza per un pubblico che sa spingere come pochi. Tra primo posto, parate da copertina, compattezza crescente e fiducia nel mister, la rotta è tracciata. Il resto lo farà l’Arechi, con quella promessa al centro di tutto: trasformare l’entusiasmo in felicità duratura, restituendo ai tifosi ciò che i tifosi danno ogni settimana.