Una serata di calcio dovrebbe concludersi con il rientro sereno dei tifosi alle proprie case, ma ciò che è accaduto dopo Bari-Salernitana, terminata 0-0, ha lasciato sconcerto e indignazione tra i sostenitori granata. Un episodio gravissimo e umiliante, che getta un’ombra sulla gestione dell’ordine pubblico in Italia, facendo sorgere interrogativi inquietanti su come vengano trattati i tifosi di una squadra ospite.

Diverse segnalazioni denunciano che, al ritorno da Bari in direzione Salerno, tutti gli autogrill lungo l’autostrada fossero chiusi completamente. Nessuna possibilità di fermarsi per andare in bagno, prendere un caffè o semplicemente fare una pausa dopo ore di viaggio. Il tutto mentre sull’altro lato della carreggiata, in direzione opposta, gli autogrill erano perfettamente operativi. Un’anomalia che lascia sgomenti e che, purtroppo, non sembra frutto del caso.

A rendere ancora più sconcertante la situazione, la presenza di un servizio d’ordine pubblico asfissiante, con carabinieri che seguivano costantemente i pullman, impedendo ai tifosi ogni libertà di movimento. Una misura che non ha alcuna giustificazione razionale, se non quella di trattare dei semplici appassionati di calcio come un problema di sicurezza nazionale. Eppure, tra i presenti non c’erano delinquenti, ma uomini, donne, bambini e anziani, costretti a viaggiare senza poter nemmeno usufruire dei servizi basilari. Un trattamento inaccettabile, discriminatorio e profondamente irrispettoso.

Chi ha preso questa decisione e, soprattutto, perché? Per quale motivo i tifosi della Salernitana sono stati trattati come un branco di facinorosi, quando invece hanno dimostrato sempre correttezza e civiltà? È questa l’immagine che si vuole dare del calcio italiano? Una passione da reprimere, un viaggio da trasformare in un’odissea, una trasferta da punire a prescindere?

Quanto accaduto è una vergogna assoluta, una macchia indelebile che richiede spiegazioni immediate. Non si può accettare che nel 2025 i tifosi vengano trattati alla stregua di criminali per il semplice fatto di aver seguito la propria squadra. Ci aspettiamo che qualcuno risponda di questa gestione assurda, perché il rispetto e la dignità delle persone non possono essere calpestati in nome di un presunto ordine pubblico che, di fatto, si è trasformato in un abuso di potere.