9 giugno 2019. Una data che difficilmente verrà cancellata dalla torcida granata. Per il momento storico della piazza, per la fallimentare stagione disputata dalla squadra e per una serie di fattori che hanno contribuito all'incredibile involuzione. Un anno fa, infatti, la Salernitana conquistava la permanenza in Serie B. Non senza patemi, dopo un campionato disastroso e in un turbinio di criticità. Dai tre avvicendamenti tecnici in panchina allo stadio Arechi divenuto terra d'occupazione. E al Penzo di Venezia, in uno scontro fratricida, la Bersagliera fu chiamata all'impresa. Il match d'andata sorrise a metà al Cavalluccio: novanta minuti ben giocati, un risultato che avrebbe potuto assumere contorni più ampi e il gol di Zigoni nel recupero.

Tutto passa dalla Laguna. In quella giornata ricca di tensione che vede carovane di tifosi spostarsi dalla Campania e dintorni. Gara equilibrata, capovolgimenti di fronte e poche occasioni nitide. Poi, al 41' la prima doccia fredda: Modolo elude i difensori di Menichini e insacca alle spalle di Micai. L'agitazione cresce e Minala, in un intervento scomposto poco più tardi lo svantaggio, si becca il cartellino rosso e lascia i compagni in inferiorità numerica. Ed è lì, con un moto d'orgoglio e spinto dai supporters giunti al Penzo, che il Cavalluccio resiste alle offensive avversarie e porta la sfida alla lotteria dei rigori.

Gli errori di Bentivoglio e Coppolaro, la super parata del guardiano granata e il rigore finale di Di Tacchio regalano la salvezza alla Salernitana. Esplode il settore ospiti, Menichini si rende protagonista di un altro atto eroico. La tensione si allenta e la città può godersi la permanenza in cadetteria. Soltanto dieci giorni prima del Centenario.