Prezzi alti anche nei settori popolari: Signori, benvenuti in massima serie
A Salerno è già polemica per il rincaro dei costi dei tagliandi imposti per assenza di abbonamenti e riduzione della capienza causa Covid.
Generalmente, quando due hanno ragione, vuol dire che corrispettivamente risultano , alla fine, avere torto entrambi.
Nè vinti nè vincitori ma soltanto scontenti: è questo il succo amaro della prevendita on-line (startt-up 16.00 di oggi pomeriggio) per l'acquisto dei biglietti valevoli per il debutto in serie A della Salernitana contro la Roma di Mourinho.
A Salerno i prezzi dei biglietti (30 euro più diritti di prevendita) nel settore popolare della Curva Sud hanno fatto innalzare i malumori da parte dei tifosi.
Vero è che con tale aumento di valore del tagliando d'ingresso, le famiglie ed, in particolare, i minori o diversamente abili sono maggiormente colpiti per l'onerosità della spesa.
Con la contingenza economica attuale, una famiglia abbastanza numerosa non può permettersi l'ingresso allo stadio Arechi, ma è anche vero che la Salernitana come le altre società di massima serie, non può contare sugli abbonamenti ed ha sul proprio fardello (in più), la spada di Damocle dei conti da far equilibrare ed una società da sostenere in regime di amministrazione controllata per effetto del trust.
Se da un lato il tifoso lamenta l'assenza di mini abbonamenti e di prezzi eccessivamente esosi per le proprie tasche, dall'altra parte la Salernitana non può contare su grandi sponsor, sulla capienza massima dello stadio Arechi per effetto del Covid e sull'apporto degli abbonati.
Logico, dunque, il sovrapprezzo per le gare interne da acquistare, per forza di cose, singolarmente.
I 30 euro nel settore Curva Sud hanno fatto storcere il muso a molti, ma sono il prezzo da pagare per la massima serie che è bella, ma anche tremendamente costosa.
Il mantenimento della stessa comporta degli sforzi economici da parte di tutti e, quelli recepiti al botteghino, sono introiti non sufficienti per sostenere una squadra di A, ma un piccolo e, nello stesso tempo, significativo contributo per aiutare una Salernitana depositata nella cassaforte delle banche.
La Serie A comporta tante migliorie e nuovi servizi che, ovviamente, corrispondono ad un aumento dei costi per beneficiare degli stessi.
Andare allo stadio, di questi tempi, non per volontà della Salernitana, ma per una serie di ragioni (economiche, pandemia), rappresenta un lusso: è triste affermarlo per una piazza affamata di calcio come Salerno a seguito del ritorno in massima Serie dopo 23 anni di sofferenze, ma fuggire dalla realtà non aiuta a modificarla.
Piuttosto fa specie che lo sport più popolare, retto sui soli introiti delle Tv (che stabiliscono ormai date ed orari delle partite), stia diventando soltanto un lusso per pochi.
Magari tali prezzi, le restriizoni ed i divieti per l'accesso (causa pandemia) con tutti i paradossi del caso, saranno stati pensati per favorire, sempre più, la trasmissione via cavo, in un calcio sempre più tecnologico e vissuto a due velocità: quella della visione bionica e tecnologica dell'evento e quella captata dal vivo, ad occhio nudo, tremendamente romantica ma anche, tristemente, vetusta.
Una sorta di contraddizione in termini che da tempo sta facendo rotolare, in modo amorfo, il "dio pallone" sul rettangolo verde.
Green pass allo stadio ma solo per pochi intimi: adulti, vaccinati e... con il portafoglio pieno.
Così è se vi pare: signori, questa è la Serie A.